logo-mini
Prestiti 2012. I tuoi debiti li paga la Caritas. Ecco come f... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Luciano Gualzetti vice presidente Caritas e presidente della Fondazione San Bernardino Onlus racconta a Of di un mondo parallelo a quello del mercato del credito. E spiega come fare e a chi rivolgersi per ricevere aiuto e riuscire a sanare i propri debiti. Senza dover fare ricorso ai circuiti tradizionali, cioè banche e finanziarie. O agli usurai

Prestiti 2012. I tuoi debiti li paga la Caritas. Ecco come fare per avere il prestito della speranza

Banche e finanziarie non sono l’unico circuito disponibile per avere accesso al credito. C’è anche la Caritas che mette a disposizione finanziamenti con tassi agevolati, intorno al 3-4%. E la Cei che ha un prestito apposta, creato in collaborazione con l’Abi, e detto proprio “della speranza”. Ma sono strumenti pensati per i casi borderline. Per poterne usufruire è necessario rispondere a determinati requisiti, che sono completamente diversi da quelli richiesti dalle banche o dalle finanziarie. Come funzionano i prestiti sociali di Caritas e Cei? Chi può accedervi? A quali condizioni? Quale ruolo svolgono le banche in tutto questo?
Of-Osservatorio finanziario lo ha chiesto a Luciano Gualzetti, vice presidente Caritas e presidente della Fondazione San Bernardino Onlus. Che ha spiegato com’è cambiata la società con l’avvento della crisi, ha definito chi sono i nuovi poveri, e ha spiegato come fare e a chi rivolgersi quando proprio non si riesce più ad arrivare a fine mese.

Of: Parliamo di prestiti. Com’è la situazione oggi?
Gualzetti: Noi guardiamo il mercato da un’ottica particolare, cioè dalla parte del consumatore. E quello che è evidente è che la gente si sta indebitando sempre di più pur di mantenere un determinato stile di vita. Anche se dal 2007 stiamo assistendo ad una modificazione delle motivazioni di indebitamento.

Of: Cioè?
Gualzetti: Si richiedono meno prestiti per i beni voluttuari, come le vacanze per esempio, mentre ci si indebita di più per riuscire a pagare le bollette, far fronte a finanziamenti già attivati precedentemente, per pagare la rata del mutuo, le visite mediche ecc. Ma il problema non è questo.

Of: E qual è?
Gualzetti: La Caritas ha centri d’ascolto sparsi sul territorio. Da questi abbiamo capito che c’è oggi un utilizzo sconsiderato e sprovveduto del prestito personale. Molte persone si rivolgono a noi quando non sanno più come gestire la situazione. Hanno contratto troppi finanziamenti, alcuni arrivano anche ad avere 16, 17 rate diverse al mese, e non riescono più a barcamenarsi. Le banche e le finanziarie concedono troppo facilmente prestiti personali e finalizzati. Anche a persone che chiaramente non ne avrebbero i requisiti.

Of: Aspetti un attimo, ma le banche non hanno chiuso i rubinetti del credito?
Gualzetti: Forse adesso con la crisi un po’ sì. Ma pensi a tutti i micro finanziamenti attivati ad esempio per l’acquisto di determinati beni. Come la lavatrice, il telefonino ecc. Si tratta comunque di finanziamenti, anche se di importi ridotti. Pensi ad una famiglia normale con mutuo, rata della macchina, bollette, rata di lavatrice e asciugatrice, del telefonino, della pay tv. Il problema si pone con la cosiddetta fascia dei vulnerabili.

Of: Chi sono?
Gualzetti: Quelle persone a cavallo della linea della povertà a cui vengono proposti tutta una serie di finanziamenti o aderiscono a offerte particolari perché l’unica possibilità che hanno per acquistare un determinato bene è proprio quella di pagare a rate. Si assiste a una vera e propria staffetta dei debiti: si prendono prestiti per coprire quelli che già si hanno in un circolo vizioso che potenzialmente non finisce mai.

Of: A questo punto però intervenite voi…
Gualzetti: Esatto, le persone che vengono nei nostri centri sono seguite da gruppi d’ascolto. Teniamo anche corsi di formazione e di educazione all’uso responsabile del denaro, in modo da evitare il verificarsi di situazioni di questo tipo. Spieghiamo come utilizzare gli strumenti di salto rata e di flessibilità qualora presenti in caso di difficoltà con i mutui. E insegniamo come contrattare condizioni migliori con la banca. Quando invece ci vengono proposti casi disperati, senza via d’uscita allora interveniamo in modo più concreto.

---- Of: Come?
Gualzetti: Offriamo noi un prestito per sanare le pendenze. In realtà però ci sono 4 modalità.

Of: Partiamo dalla prima…
Gualzetti: In casi di particolare gravità il centro d’ascolto indirizza le persone con problemi di sovra-indebitamento alla Onlus San Bernardino, che può offrire un prestito a condizioni particolarmente agevolate che andrà a coprire i debiti precedenti.

Of: Condizioni vantaggiose, cioè?
Gualzetti: La restituzione della somma fino a un massimo di 25.000 euro è prevista in cinque anni al tasso fisso del 3%.

Of: Ma da dove arrivano i fondi per la concessione dei finanziamenti?
Gualzetti: In parte provengono dall’8xmille dei vescovi della Lombardia. In parte, invece, si tratta di fondi istituzionali da parte del Ministero dell’Economia che gestisce il Fondo di Prevenzione dell’Usura attraverso appunto delle Fondazioni accreditate come la San Bernardino.

Of: E in caso di insolvenza?
Gualzetti: Il prestito è uno strumento responsabilizzante per la persona che è chiamata a mantenere l’impegno preso con la Fondazione. In realtà questo prestito istituzionale viene concesso solo alle famiglie che lo possono restituire.

Of: E per chi, invece, non ha i requisiti per farlo?
Gualzetti: Per loro utilizziamo altri strumenti di sostegno al reddito, tra cui anche forme di prestito finalizzate al sostegno dei disoccupati. Per esempio “il Prestito della Speranza”, promosso dalla Cei in collaborazione con l’Abi prevede un finanziamento sociale fino a 6.000 euro con tasso massimo del 4% e uno imprenditoriale fino a 25.000 euro al tasso massimo dell’8%. Per averlo bisogna presentare le domande di accettazione alle Caritas Diocesane, nella diocesi di Milano alla Fondazione san Bernardino, che attivano il prestito presso le Banche convenzionate.

Of: Ma la banca che sicurezze ha, visto che si tratta di persone con un profilo di rischio elevato?
Gualzetti: Ogni accordo prevede le sue condizioni e garanzie. La Fondazione san Bernardino con il suo prestito istituzionale arriva a garantire fino al 60, 80%. A volte si arriva anche fino al 100% a seconda dei casi. Il Prestito della Speranza è coperto da un fondo di garanzia della Cei che garantisce nel caso del prestito sociale il 75%, nel caso del prestito imprenditoriale il 50%.

Of: Ma come vi tutelate da eventuali casi di mancato pagamento?
Gualzetti: Il prestito antiusura della Fondazione san Bernardino non viene mai dato alla persona che li richiede, per non alimentare le forme di usura. Li utilizziamo per pagare direttamente i suoi debiti. E lo facciamo attraverso la banca che pagherà così i debiti contratti per gli arretrati del mutuo, l’affitto, le bollette o le spese mediche a seconda delle necessità. Mentre il cliente rimborsa un unico prestito a noi. Sempre attraverso la banca convenzionata.

Of: Però anche in questo modo il rischio che il debitore non vi rimborsi rimane alto…
Gualzetti: È vero, ma non è che quando concediamo un prestito il rapporto con il debitore si interrompe. Lo teniamo monitorato, organizziamo gruppi di ascolto e di educazione finanziaria e all’uso del denaro. In pratica lo accompagniamo in tutta la fase di restituzione, insegnandogli anche il modo per evitare di ritrovarsi nuovamente in una situazione ingestibile di sovra esposizione.

Of: Ok, la terza modalità?
Gualzetti: Se proprio si tratta di casi disperati allora c’è anche la possibilità di erogazioni a fondo perduto, sia direttamente come San Bernardino oppure, preferibilmente, coinvolgendo le Caritas Diocesane lombarde. Ovviamente viene valutato sul momento in base alla gravità.

Of: Quante persone si rivolgono a voi in media?
Gualzetti: Dal 2005 al 2011, cioè in poco più di 5 anni, abbiamo incontrato fisicamente in sede Onlus San Bernardino circa 2.000 persone. Di queste 435 solo nel 2011.

Of: La crisi ha peggiorato le cose…
Gualzetti: Sì, purtroppo si sono dovute rivolgere a noi famiglie che mai nella loro vita avrebbero pensato di doverlo fare. Magari perché il capofamiglia aveva perso il lavoro, e la crisi aveva reso tutto più complicato.

Of: Sono aumentati anche i casi di morosità in questi ultimi due anni?
Gualzetti: In effetti sì. Fino al 2008, 2009 la Fondazione San Bernardino segnalava una cifra dell’1% di insolvenze. Oggi, invece, arriviamo al 5%. Al massimo.

© Of-Osservatorio finanziario – riproduzione riservata

Ritorna alla homepage dello speciale

Leggi Anche:


Contatti

OF Osservatorio Finanziario

OfNews è una realizzazione di OF Osservatorio Finanziario. Leggi Privacy Policy (formato PDF)

Visita il sito