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Prestiti 2012. Come Rc Auto: in ogni città prezzi diversi OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Servono a banche e finanziarie per decidere se concedere o meno un prestito personale. Ma come funzionano? Cosa vanno a indagare? Quali domande possono essere poste dall’intervistatore durante il colloquio? E ancora, quali caratteristiche è meglio dimostrare di possedere per aver più probabilità di farsi accettare la richiesta di finanziamento? Of-Osservatorio finanziario svela in esclusiva tutto ciò che c’è da sapere sulla nuova parola chiave (ovviamente in inglese) della finanza personale: lo scoring

Prestiti 2012. Come Rc Auto: in ogni città prezzi diversi

Mario vive a Napoli, ha 60 anni, una casa di proprietà, nessun debito, nessun protesto, una pensione abbastanza sostanziosa e regolarmente accreditata sul conto corrente aperto da oltre 20 anni con la stessa banca. E ha bisogno di un prestito per finanziare un progetto. Si reca in una finanziaria, esegue tutta la trafila, parla con il funzionario incaricato, risponde a tutte le domande. Risultato: richiesta respinta. Poi si trasferisce a Milano, vende la sua casa e ne compra un’altra nell’hinterland, non accumula debiti, mantiene la stessa banca e un buon saldo sul conto corrente. E riprova a chiedere il prestito di cui ha bisogno. Risultato: richiesta accettata.

“Il prestito personale funziona un po’ come la Rc Auto”, svela Giovanni Campani, Product Manager Crediti di Cedacri, azienda leader nei servizi di outsourcing per il settore bancario, istituzioni finanziarie e concessionarie esattoriali, “i prezzi, e quindi il tasso di interesse applicato, possono variare da regione a regione” (leggi intervista). Anche di tanto, magari 150, 200 bps (1,50-2%). In realtà però le differenze maggiori non si riscontrano tra Nord e Sud Italia, come invece avviene per la Rca. Le regioni a più alto rischio sono quelle del Nord Est. Abituate, per cultura e per abitudine, a non richiedere finanziamenti se non proprio quando sono con l’acqua alla gola. Così, se una regione ha un grado di rischiosità elevato, significa che in passato, molti dei clienti che hanno fatto domanda per un finanziamento non si sono dimostrati buoni pagatori. “Ma la differenza dipende anche dai tempi di recupero delle banche, cioè dalla trafila burocratica necessaria affinché, in caso di default, l’istituto di credito possa rientrare in possesso dei capitali prestati”, continua Campani, “anche in questo caso, la procedura cambia a seconda delle regioni”. Ma non è solo questo.

Ottenere un prestito personale è sempre più complesso. Non basta più essere buoni pagatori, non avere pendenze o note oscure nella storia creditizia passata. Ma serve abitare nella regione giusta, lavorare in un’azienda affidabile, possibilmente inserita in un settore non a rischio. Difficile da trovare di questi tempi. “I sistemi di scoring di banche e finanziarie hanno lo scopo di classificare i richiedenti sulla base di variabili statistiche che prendono in considerazione tutto ciò che è già conosciuto e che contribuisce a tratteggiare la storia passata del cliente. In modo da assegnare a ciascuno un profilo di rischio specifico. E in base a questo risultato, poi, si decide se accettare o meno la richiesta di credito”, spiega Roberto Ferrari Direttore Centrale Marketing&Partnership di Compass, “in pratica si tratta di algoritrmi calcolati su serie storiche, utilizzando anche i database esterni delle Centrali dei Rischi”.
Così, oltre alle informazioni relative al merito creditizio, questi sistemi richiedono informazioni sulla famiglia di appartenenza, sul reddito del nucleo famigliare, vogliono sapere se i richiedenti hanno una casa, un conto corrente aperto presso la stessa banca da tanti anni, un mutuo, un telefono, delle utenze.

---- Come si calcola lo scoring?
“Ogni banca o finanziaria ha un modello proprio. Alcune invece utilizzano sistemi standard”, rivela Ferrari (Compass) , “ma sono le società o gli istituti di credito che utilizzano sistemi di scoring interni quelli che stanno gestendo meglio la crisi. Il fatto è che con la crisi i criteri sono applicati in maniera più rigida, e ciò naturalmente influisce sui tassi di accettazione delle domande di finanziamento”.

Ma sebbene non esista un unico modello, tuttavia si possono delineare alcuni tratti comuni. “Generalmente tutti o quasi i sistemi di scoring analizzano informazioni socio comportamentali”, conferma Stefano Cioffi, Responsabile offerta prodotti banking e investimenti di Webank, “per l’erogazione dei prestiti personali valutiamo ad esempio la storia creditizia del cliente, l’anzianità del rapporto con il nostro istituto, il possesso o meno di nostri prodotti o gli asset complessivi che detiene presso di noi”. “Poi, si valuta se il richiedente ha un progetto di vita”, continua Andrea Mencarini, Responsabile della Direzione Retail del Banco Popolare, “quindi se ha attivo un mutuo, se addebita presso la banca le sue utenze, se ha un telefono, una casa di proprietà”. Non mancano anche le indagini relative all’attività lavorativa. “In pratica si valuta la rischiosità del settore di appartenenza dell’azienda per cui il cliente lavora”, spiega Campani (Cedacri) , “il fatto è che spesso le grandi banche nazionali hanno la necessità di diversificare il loro portafoglio impieghi. Questo significa che non dedicheranno più di un predeterminato budget alla concessione di finanziamenti rivolti a persone che lavorano in determinati settori. È una pratica comune di diversificazione del rischio”.
Infine si valuta il rapporto rata-reddito. “La sostenibilità finanziaria della rata è un elemento fondamentale”, spiega Mencarini (Banco Popolare) , “ecco perché è necessario verificare entrate e sussistenza non solo del richiedente ma anche del nucleo famigliare. La spesa mensile, dunque, non può superare il 30, 33% del reddito complessivo”.

Un po’ diverso il caso delle finanziarie. “Una banca ha vari elementi per conoscere i suoi clienti sul territorio”, spiega ancora Mencarini (Banco Popolare) , “conosce la situazione finanziaria sua e della famiglia, ha dati certi sulla storia creditizia passata, e può decidere per l’accettazione del finanziamento anche senza bisogno di scoring. Una finanziaria invece, non conosce i suoi clienti”. “In realtà il metodo di valutazione dipende molto dal canale utilizzato per l’inoltro della richiesta di finanziamento”, controbatte Ferrari (Compass) , “se il potenziale cliente utilizza il canale online allora è molto più probabile che lo scoring faccia fede. Se invece il cliente si reca in una delle filiali sul territorio, è possibile effettuare anche una valutazione de visu grazie ad un colloquio iniziale”.

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