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Long life 2/Avrà 150 anni nel 2142 OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Gli esperti dicono che si vivrà molto più a lungo. Anche fino a 150 anni. Sogno o incubo? La medicina è a caccia dell’elisir di lunga vita. Gli economisti, invece, vedono solo i lati negativi. Più costi in sanità e pensioni, e welfare a rischio collasso. La finanza trasforma la necessità in virtù, e già ricerca nuovi sbocchi per gli investimenti. Mentre, dal canto loro, le compagnie di assicurazioni studiano il trend demografico per lanciare prodotti ad hoc

Long life 2/Avrà 150 anni nel 2142

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Fino a pochi anni fa la vita era stata scandita da tappe ben precise. Per i primi 15-20 anni c’era la scuola. E frequentando anche una Università si poteva arrivare fino ai 25 (qualcuno sforava anche ampiamente questa soglia). Poi arrivava l’età adulta. Cioè il lavoro, le responsabilità, un matrimonio e dei figli. Almeno per i successivi 30-35 anni. Infine, intorno ai 60 anni, arrivava l’età della pensione. Niente lavoro e un po’ di tempo libero per godersi la vecchiaia. Ma ora gli esperti dicono che questo rigido sistema di tappe quasi obbligatorie è a rischio collasso. Perché? Perché si vivrà molto più a lungo. Anche fino a 150 anni.
Utopia? Fantascienza? Sogno o incubo? Dipende dai punti di vista. Of-Osservatorio finanziario si era già occupato dell’argomento poco più di anno fa (vai al magazine del 2011). Ora, ritorna sulla questione per scoprire cosa è cambiato.

La società
Globalmente la durata della vita media è salita di 4,6 mesi all’anno dal 1950 a oggi. Passando da 45,4 a 68,2 anni. Questo significa che è aumentata anche l’aspettativa di vita media al momento della pensione. In Giappone, per esempio, l’aspettativa di vita rimanente una volta raggiunta l’età pensionabile di 65 anni era di 11 anni nel 1950, mentre oggi è quasi di 22. Entro la metà del secolo dovrebbe salire a 24 anni. In Svizzera raggiungerà i 23,7 anni. Mentre in Germania si vivrà poco meno di 22 anni. Anche nei mercati emergenti la vita media subirà un aumento. Entro il 2050, infatti, in Corea del Sud e in Cina, una persona di 65 anni avrà rispettivamente altri 21,6 e 18,7 anni da vivere.

Anche l’Italia, già adesso uno dei paesi più longevi dell’Occidente, vedrà trasformare i suoi abitanti. I dati raccolti dall’ISTAT nel 2012 rilevano che l’allungamento della vita media è un fenomeno già in atto. Oggi, infatti, la speranza di vita alla nascita si è allungata a 79 anni per gli uomini e a 84,1 per le donne. Segnando rispettivamente un +0,3% e un +0,2% rispetto al 2010. Mentre nel 2040, sostiene lo studio La mortalità dei percettori di rendita in Italia presentato a luglio 2012 dal Consiglio Nazionale e dall'Ordine Nazionale degli Attuari, le aspettative di vita per gli uomini raggiungeranno gli 88 anni, e per le donne arriveranno a 92. Nello studio, inoltre, viene analizzata anche l'evoluzione delle aspettative di vita per dipendenti pubblici e privati, lavoratori autonomi, medici, avvocati e lavoratori dello spettacolo e dello sport, tra il 1980 e il 2009. E dai dati emerge che negli ultimi 30 anni la vita media di 65 anni dei percettori di rendite si è allungata mediamente dell'1% ogni anno.

Anche la società, complice l’allungamento della durata della vita di ciascun abitante, cambierà radicalmente forma (Leggi l'intervista). L'agenzia delle Nazioni Unite per la popolazione (Unfpa) , ha rivisto al rialzo le proiezioni sulla popolazione fino al 2100 pubblicate nel 2010. E, stando ai dati diffusi nel rapporto del 1° ottobre 2012, pare che entro la fine del decennio gli over 60 saranno 1 miliardo, mentre tale numero raddoppierà nel 2050, arrivando a superare i 2 miliardi. Gli anziani, quindi, rappresenteranno circa il 30% degli abitanti in 64 paesi del mondo. Mentre aumenteranno, allo stesso tempo, anche gli ultracentenari. Tra poco meno di quarant’anni, infatti, vivere più di 100 anni non sarà un’eccezione alla regola, perché almeno 3 milioni di persone potranno vantarsi di aver vissuto oltre un secolo.

Di contro, ovviamente, anche la popolazione mondiale aumenterà. Sempre secondo il rapporto redatto dalle Nazioni Unite, nel 2050 gli abitanti della Terra diventeranno 9,3 miliardi, contro i poco più di 7 miliardi del 2012. Per poi raggiungere la cifra tonda dei 10 miliardi nel 2100.

---- La medicina
L’aumento delle speranze di vita, sono strettamente legate ai progressi della medicina. Le sperimentazioni in corso sono numerose. Tutte mirano allo stesso obiettivo: debellare le malattie, spaventose e ancora mortali, che ancora non hanno trovato una cura. I progressi, eclatanti, provengono per la maggior parte dalla stessa branchia: quella della medicina rigenerativa (Vai ai video). Che si occupa, appunto, di rigenerare tessuti, organi e persino arti del corpo umano danneggiati o malati. I primi risultati lasciano ben sperare. Ecco allora che, in laboratorio, gli scienziati sono stati in grado di ricostruire la prima tiroide artificiale, un cuore e due polmoni, una vescica. Ma anche una nuova trachea, già impiantata con successo, e un mini-fegato. C’è chi sta studiando la ricostruzione dei muscoli, per debellare le malattie di distrofismo muscolare. E chi, invece, punta sui nuovi arti. Non da impiantare o sostituire, ma proprio da far ricrescere (Leggi qui).

L’economia
Anche l’economia degli stati nazionali subisce, perlopiù in negativo, le trasformazioni demografiche in atto nella società. E già iniziano a sollevarsi le prime voci preoccupate che sostengono che, per far fronte all’invecchiamento della popolazione, è necessario agire il prima possibile. Vivere di più, infatti, non significa lavorare di più. Ma implica solo percepire la pensione per un numero maggiore di anni. Con gravi rischi, non solo per il sistema pensionistico pubblico, che potrebbe essere prossimo al collasso, ma anche per l’assistenza medica sanitaria. Più persone anziane, infatti, comportano maggiori costi. E gli stati nazionali potrebbero trovarsi a dover sostenere spese raddoppiate che andrebbero a incidere sul Prodotto Interno Lordo.

“Il fenomeno incide sull’economia e sul welfare”, ha chiarito Antonio Fazio, ex Governatore della Banca d’Italia, nel suo intervento in occasione del Congresso internazionale nel cinquantesimo anniversario della Mater et magistra a gennaio 2011, “basti pensare alla riforma delle pensioni e al cosiddetto sistema contributivo: i requisiti stessi per il pensionamento e i coefficienti per il calcolo delle rendite sono determinati proprio in funzione dell’evoluzione della speranza di vita, e anche da questo tipo di previsioni e di stime dipende l’equilibrio di lungo periodo di Istituti ed Enti previdenziali. Anche per quanto riguarda la previdenza complementare, destinata comunque a una notevole crescita, poter disporre di dati attendibili sulla base demografica sarà sempre più importante. E allo stesso modo per tutte le forme assicurative si potrebbero migliorare i processi di risk management e determinare con maggiore equilibrio costi e prestazioni”.
Come fare dunque? Come prepararsi ad affrontare il cambiamento demografico? Gli economisti, in un coro pressoché unanime, sostengono tutti che la soluzione è una sola: aumentare l’età pensionabile (leggi qui).

Le assicurazioni
Dove non arriva la pensione, però, potrebbero arrivarci le assicurazioni a lungo termine. Quelle, cioè, che permettono di ottenere una rendita vitalizia qualora il contraente non fosse più autosufficiente. Senza quindi dover gravare sui familiari. Le polizze LTC, o Long Term Care, possono essere sottoscritte a partire dai 20 anni di età e fino a un massimo di 70-75 anni. E offrono una rendita al verificarsi nella non autosufficienza. Anche se, in alcuni casi, includono anche il rimborso delle spese sanitarie sostenute presso strutture ospedaliere convenzionate con la società assicurativa o tramite assistenza domiciliare (leggi qui).

La finanza
L’allungamento della vita, però, dal punto di vista finanziario assumere anche connotazioni sulle scelte di investimento. Cioè: se si vive di più, è il caso di iniziare a pensare già da oggi a nuovi scenari d’investimento per allocare i propri risparmi. Per evitare di correre il rischio di sopravvivere al proprio reddito. In poche parole: per evitare di ritrovarsi a dover vivere 5 decenni o più della propria vita senza una fonte di reddito sufficiente.

Ecco allora che le alternative aumentano. Si potrà, quindi, pensare di rischiare un po’ di più e di puntare sul mercato azionario. Costruendosi magari un portafoglio su misura che sfrutti le nuove tendenze demografiche. Investendo, per esempio, in aziende farmaceutiche, cosmetiche e del tempo libero. Che potrebbero, almeno così dicono gli esperti del settore, subire un boom considerevole e performare molto bene nel corso dei prossimi anni, sull’onda dello sviluppo dei mercati delle biotecnologie e dei servizi per la terza età (leggi qui).

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