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Long life 3/La vita si allunga. Viviamola meglio OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

I dati sembrano fantascienza, ma sono reali. La vita si allunga e lo fa con ritmi sorprendenti. Tre mesi di vita ogni anno. Trent’anni guadagnati in Italia in appena un secolo. Ma se le prospettive si allungano (e di molto), la qualità della vita non può rimanere statica. Grandi progressi giungono dalla ricerca medica, ma non bastano. Occorrono ripensamenti nelle politiche del lavoro e nel sistema pensionistico. E in più, quali nuovi sbocchi per gli investimenti? E come assicurarsi dalla vecchiaia? Of indaga il fenomeno a 360°, ricordando che l’evento è meno “futuristico” di quel che si possa pensare

Long life 3/La vita si allunga. Viviamola meglio

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Quindici secondi al minuto, sei ore al giorno, un trimestre ogni anno, due anni e mezzo ogni dieci.
Con un bonus femminile di circa sei anni sulla popolazione maschile.
La vita si allunga e lo fa con ritmi incalzanti: in Italia, ad esempio, si sono guadagnati 30 anni in appena un secolo.
Un fenomeno che certo non accenna ad arrestarsi: secondo James W. Vaupel, direttore esecutivo dell'Istituto Max Planck per la ricerca demografica, uno dei fondatori della biodemografia e definito da The Lancet come innovatore della demografia dell’invecchiamento, i nati nel 2000 hanno un’aspettativa di vita intorno ai 100 anni, che sale ai 103 per i nati nel 2005 e sfiora i 104 per i nati nel 2010.
Complici diversi fattori che si sono vicendevolmente influenzati tra loro e che hanno causato profonde evoluzioni nella società, nella medicina, nelle abitudini e negli stili di vita delle popolazioni: riduzione significativa della mortalità infantile, progressi della scienza in campo terapeutico, anche per la terza e quarta età, sensibile miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie, regimi alimentari più salutari e maggiore attenzione alla cura del propria corpo, anche in età più avanzate.

Un tema a cui Of-Osservatorio finanziario si era già occupato precedentemente, rispettivamente nel 2011 e nel 2012 (vai al magazine 2011, vai al magazine 2012), ritornando quest’anno sul fenomeno per indagarne le novità.

Le stagioni della vita, infatti, hanno subito un’evoluzione, passando da cinque a nove. Lo dice la demografia che suddivide così le fasi dell’esistenza umana: si è bambini dai 0 ai 10 anni, adolescenti dagli 11 ai 20, giovani dai 21 ai 25, giovani adulti dai 26 ai 34, adulti dai 35 ai 54, tardo adulti dai 55 ai 64, giovani anziani dai 65 ai 75, anziani dai 76 agli 84, infine grandi anziani gli over 85. Disabilità rimandata e vecchiaia che diventa un’ “età più prolungata”, con periodi specifici e potenzialità da valorizzare. Se negli anni Cinquanta, un sessantenne era già considerato anziano, oggi un individuo che si affaccia all’età pensionabile, non vuole e non pensa a mettersi in panchina: bensì si reinventa, dando il via a una fase di rinnovo, anche lavorativo. Non solo. Cambiano anche le scelte di vita e i percorsi esistenziali: prima essa era organizzata secondo una serie di tappe rigide e obbligate (studio, lavoro, matrimonio, figli, pensionamento), mentre adesso le scelte sono più flessibili ed elastiche, spesso posticipate.

Una silenziosa rivoluzione, che porterà a cambiamenti epocali.
Il XXI secolo potrebbe essere ad esempio, come afferma James Vaupel, il secolo della ridistribuzione del lavoro: si vive di più, quindi si lavora per più anni, ma per meno ore al giorno. In questo modo, spiega il demografo, si coinvolgerebbe un numero maggiore di individui nel mercato lavorativo, riducendo considerevolmente la percentuale di disoccupazione, e si fornirebbe inoltre l’opportunità di avere più tempo libero da dedicare alla propria famiglia e alle proprie passioni. Una qualità di vita sicuramente migliore.

La longevità sarà una delle sfide del XXI secolo e di quelli a venire. Con problemi fondamentali che, prima o poi, bisognerà affrontare: sistemi pensionistici, flussi migratori, politiche del lavoro, assistenza sanitaria.
Vivere più a lungo senza miglioramenti nei regimi economici, sanitari e sociali, potrebbe rivelarsi solo una maledizione. Per invecchiare serenamente non occorre infatti aggiungere anni ad anni, ma fare in modo che sia tempo di qualità.
La vita si allunga, la società è pronta? ---- I numeri della longevità

In Italia ad aver più di 65 anni è il 20,5% della popolazione (circa 12 milioni e mezzo di individui). Al 1° gennaio 2013, quindi circa un anno fa, si contavano 16.390 ultracentenari, con la schiacciante vittoria femminile (oltre 13.000 contro 2.759), mentre erano in 11.440 ad avere 99 anni. Le regioni italiane più longeve sembrano essere le Marche, per gli uomini, e il Trentino Alto Adige per le donne (dati Istat).

L’Italia, poi, è tra i Paesi più vecchi del mondo, seconda in Europa solo alla Germania. A rivelarlo è l’Istat, che stima un indice di vecchiaia pari al 145,7%, il che significa 145,7 anziani ogni 100 giovani, mentre le nazioni con il valore più basso sono Irlanda (54,3), Francia, Regno Unito e generalmente tutti i paesi del Nord Europa. Oltre a Italia e Germania, l’indice appare alto anche in Grecia, Portogallo, Bulgaria e Lettonia.
Sempre secondo rilevazioni Istat, l’Italia è anche tra i Paesi europei più longevi, stimando un’età media maschile di 79,1 anni e femminile di 84,3 (il terzo valore più alto, dopo quello spagnolo e francese, entrambi di 85,3). In 10 anni il guadagno è stato di 2 anni e mezzo per gli uomini e di quasi due per le donne, riducendo la differenza di genere a 5,1 anni (nel 2000 era di 6), mentre la nazione con lo scarto minore è il Regno Unito, l’unica con un resto sotto i 4 anni.

A vivere più a lungo in Europa sembra essere la Svezia (79,6 gli uomini, 83,6 donne), mentre tra i valori più bassi si trovano Lituania (68 e 78,9), Lettonia (68,8 e 78,4) e Romania (70,1 e 77,6).
E nel resto del mondo come vanno le cose? Secondo l’annuale World Factbook condotto dalla CIA, le prospettive di vita media in America sono stimate a 75 anni, 73 in Asia, 72 in Oceania e 60 in Africa. I Paesi con minori attese di longevità sono invece il Chad e il South Africa, entrambi a 49 anni, mentre Afghanistan, Guinea-Bissau e Swaziland si fermano ai 50.

Non solo allungamento delle prospettive di vita, ma anche crescita demografica. Secondo lo studio condotto da un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington per le Nazioni Unite, entro il 2100 la popolazione mondiale potrebbe raggiungere gli 11 miliardi di individui, ben 800 milioni in più rispetto alle previsioni fatte nel 2011. Secondo l’indagine, i protagonisti di questo sorprendente incremento demografico, saranno i Paesi africani, mentre l’Italia proseguirà sulla strada della crescita zero: nel 2050 un cittadino italiano su due avrà più di 60 anni, ed entro il 2100 si perderanno 6 milioni di individui, mentre l’aspettativa media di vita si aggirerà attorno ai 93 anni. In generale l’Europa continuerà a vivere un graduale declino demografico a causa della bassa percentuale delle nascite, mentre il record sembra che lo deterrà la Nigeria, che vedrà un aumento della popolazione moltiplicato per 5, arrivando a 194 milioni di abitanti. Il maggiore calo invece interesserà la Cina che, al contrario di quanto si possa supporre, passerà da 1,4 miliardi di abitanti a 1,1 nel 2100. È bene comunque considerare che tali studi hanno sempre un determinato margine di errore. In questo caso l’intervallo attendibile è tra i 9 e i 13 miliardi.

Inoltre, per quanto riguarda l’Italia, secondo studi Istat, tra una cinquantina d’anni, precisamente nel 2065, gli over 65 italiani passeranno dall’attuale 20,3% della popolazione totale al 32%. L’età media si stabilizzerà intorno ai 49,7 anni (ma sarà superiore ai 51 nel Sud Italia e nelle Isole), mentre gli under 15, nel 2065, rappresenteranno il 12,7% dei cittadini (oggi sono circa il 14%). La popolazione in età lavorativa si ridurrà sensibilmente, passando dall’attuale 65,7% al 54,7% nel 2065. Anche i flussi migratori rappresenteranno un dato importante: il numero degli stranieri passerà dai 4,6 milioni del 2011 a ben 14,1 milioni nel 2065, con un’incidenza che dall’attuale 7,5%, arriverà tra il 22% e il 24%. ---- Medicina
Se la vita si allunga, un grande merito va sicuramente assegnato alla ricerca scientifica e agli enormi successi che ha compiuto negli ultimi decenni e che compie tuttora. Ricerche volte a debellare le più gravi piaghe della società moderna, come tumori, cancro e malattie del cuore; ma anche studi per avvicinarsi all’elisir di lunga vita, indagando i processi che regolano l’invecchiamento, e sperimentando approcci che ne possano arginare i principali svantaggi salutari, fisici e motori. Infine un enorme sforzo della comunità scientifica, con i nomi degli Istituti di ricerca più prestigiosi, si sta concentrando nel formulare nuovi studi nel campo della medicina rigenerativa, che utilizza particolari cellule staminali: le iPS, adulte pluripotenti indotte. Sembra essere questa una significativa direzione futura che interesserà la ricerca medica.

Economia
I numeri inerenti alla longevità stupiscono e conducono a importanti riflessioni che, innanzitutto, ne vogliono indagare le ripercussioni. Ripercussioni anche in ambito economico. Ma quanto più un fenomeno è globale, quanto più è difficile prevederne e quantificarne le conseguenze. Lo spiega Carlo Ambrogio Favero, Direttore del Dipartimento di Finanza presso l’Università Bocconi, che, inoltre, approfondisce la principale soluzione formulata ad oggi: l’indicizzazione l’età pensionabile. Non stabilire un’età fissa, ma piuttosto andare in pensione quando rimangono circa 20 anni di vita attesa. Il che significa che probabilmente, nel 2050, ci si ritirerà dal lavoro intorno ai 74 anni.

Assicurazioni
Permettono di ottenere una rendita vitalizia mensile in caso di perdita, da parte del contraente, dell’autosufficienza nell’eseguire attività “elementari” della vita quotidiana, quali alimentarsi, vestirsi, lavarsi e spostarsi, in seguito a gravi infortuni, patologie di demenza senile di origine organica (come l’Alzheimer), o altre malattie, come ictus e infarti. Sono le Long Term Care, sottoscrivibili generalmente dai 20 ai 75 anni di età, con durata del contratto che coincide con la vita dell’assicurato, e tacito rinnovo, solitamente, decennale. Ma quanto possono costare? Sottoponendo ad alcune compagnie assicurative (AXA MPS, CBA Vita del Gruppo Banca Sella, Mediolanum Assicurazioni, Postevita, Gruppo Assicurativo Postevita, Pramerica Life Spa, e Reale Mutua), una simulazione-tipo, verrà indicato il costo del premio di queste polizze.

Investimenti
Un luogo comune piuttosto diffuso ritiene che l'investimento azionario sia adatto unicamente a persone giovani e sia invece una scelta inopportuna per le fasce di popolazione più anziana. In realtà anche l'investimento azionario, se pianificato con un obiettivo di lungo o di lunghissimo periodo può risultare una forma di impiego del capitale adatta al prolungarsi della vita, scegliendo bene sia lo strumento che il “sottostante” dell'investimento. Per quanto riguarda gli “strumenti”, Of prenderà in esame due alternative: la prima interessa i PAC, i piani di accumulo del capitale, che permettono di venire in possesso di un capitale che, all'occorrenza, può essere trasformato in un rendita, attraverso l'acquisto di un apposito prodotto assicurativo; mentre la seconda possibilità, che comunque non esclude l'utilizzo dello strumento del PAC, consiste nell'investimento in quei fondi “tematici”, che hanno in portafoglio i titoli delle società che appartengono a settori caratterizzati da trend di sviluppo secolari o di lunghissimo periodo.

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