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Fuga dall’Italia/L’intervista: “Ecco come sono rinato in Tha... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

A 64 anni si è preso il brevetto da sub, impara a cucinare thai e organizza lunghe gite in moto. E intanto continua a lavorare. Dove? A Phuket. Ecco la storia di Beppe Bonazzoli, giornalista in pensione che non ha voluto rinunciare al suo diritto alla felicità. Perché dopo anni di amarezze e tasse folli, ha detto addio all’Italia e si è messo alla ricerca di un paese migliore. Una ricerca che è in continua evoluzione…

Fuga dall’Italia/L’intervista: “Ecco come sono rinato in Thailandia”

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Tra il 2009 e il 2013, secondo il Ministero dell’Interno, gli italiani over 50 espatriati sarebbero 362.000, con un incremento, di anno in anno, di circa 60.000 individui, che sono andati a infoltire quei 4 milioni di italiani già residenti all’estero. Tra loro, oltre 400.000 sono pensionati che hanno deciso di iniziare una nuova vita all’estero. Tra spiagge tropicali e nuove culture, ma con una certezza su tutte: quella di vivere più dignitosamente, con costi quotidiani più umani da sostenere.
Tra loro c’è Beppe Bonazzoli, giornalista in pensione e autore del libro “Fuga per la vita. Andare via e vivere felici” (Tropea editore, 2012), che rivela a Of tutta la sua amarezza nei confronti di un paese “a cui non mancava niente, ma che è stato bruciato dai politici”.
Ecco la storia di un uomo che, superati i 60, si gode le sue giornate, tra immersioni, corsi di cucina ed escursioni in moto. Che non ha smesso di lavorare. E che è in continua ricerca per il suo, personale, paradiso terrestre.

Of: Lasciare l’Italia e trasferirsi oltreconfine. Scelta coraggiosa. Come ci è arrivato?
Bonazzoli: Dopo un infarto. Ero ricoverato in ospedale e ho iniziato a interrogarmi sul mio futuro. Ha presente quando ci si chiede: “ma io cosa ci faccio qui?”. L’Italia era diventato un paese che iniziavo a comprendere poco e che mi creava troppi problemi.

Of: Quindi cosa ha fatto? Ha comprato un biglietto di sola andata?
Bonazzoli: No, al contrario: la mia è stata una scelta per nulla istintiva, ma razionale, ponderata e maturata nel tempo. Ho preso in esame le variabili che per me erano fondamentali, costo della vita, clima, stabilità politica, assistenza sanitaria e integrazione, e così mi sono trasferito inizialmente a Santo Domingo. Poi in Brasile. E infine in Thailandia, a Phuket, dove vivo da 3 anni.

Of: Quindi la Thailandia non era la prima destinazione su cui fantasticava…
Bonazzoli: No, ma appena arrivato mi sono subito innamorato del suo clima, delle sue spiagge, della cordialità dei suoi abitanti e del modo con cui qui affrontano la vita, con una visione molto più spirituale e meno stressante e materialista rispetto alla cultura europea. Inoltre i costi sono molto convenienti: il 40% più bassi rispetto a quelli italiani.

Of: Ad esempio? Quanto paga di affitto?
Bonazzoli: Vivo in un residence gestito da svizzeri, molto confortevole ed elegante, e divido un appartamento di 260 mq con un amico. Al mese paghiamo 500 euro a testa, comprese le spese. Amo la cucina thai e ceno spesso fuori, ma non è un problema: al ristorante si spendono non più di 10/15 euro. La benzina costa solo 1 euro, mentre il servizio lavanderia, molto diffuso tra i cittadini di Phuket, lo si paga 1,50 euro al chilo, compresa la stiratura. ---- Of: E le tasse a quanto ammontano?
Bonazzoli: L’IVA è al 7% e le imposte sul reddito si aggirano tra il 10 e il 15%.

Of: Non c’è davvero nessun risvolto negativo nel vivere in Thailandia?
Bonazzoli: Direi la distanza con l’Italia, dove torno almeno una volta all’anno per ritrovare gli amici, ma anche la lingua locale, abbastanza ostica da imparare. L’inglese però è parlato e capito da buona parte della popolazione. Io per primo mi esprimo in inglese.

Of: Come si svolge una sua giornata tipo? Immagino una realtà molto diversa da quella italiana…
Bonazzoli: Certamente. Al mattino pratico sempre un po’ ginnastica. Poi prendo la mia moto e scelgo in quale spiaggia recarmi. Nel pomeriggio mi dedico agli amici e ai miei hobby: a 64 anni, con un infarto alle spalle e due stent nel cuore, ho preso il brevetto da sub. Pratico yoga e mi sono iscritto a un corso di cucina thailandese.

Of: In Italia qual era la sua professione?
Bonazzoli: Sono stato giornalista per circa 40 anni, soprattutto come inviato di quotidiani e settimanali. Viaggiare mi è sempre piaciuto. Così come l’avventura. Tutt’oggi continuo a lavorare, ma non è più un impegno fisso. E due anni fa ho anche scritto un libro, “Fuga per la vita. Andare via e vivere felici”, un saggio a metà strada tra biografia e indagine giornalistica, dando anche alcune dritte a chi sta fantasticando su questa scelta. Ma sono anche vice presidente dell’Associazione Dante Alighieri, che tutela la cultura italiana nel mondo e il legame con i connazionali all’estero.

Of: È davvero molto attivo, complimenti…
Bonazzoli: È il posto che ti invoglia a esserlo e a goderti la vita.

Of: Come è avvenuta l’integrazione con la comunità locale?
Bonazzoli: La popolazione è estremamente cordiale e aperta con gli stranieri. Inoltre qui ho trovato una comunità di italiani di circa 1.000 persone, in Thailandia se ne contano oltre 3.000, e tenga presente che questo territorio ha la concentrazione di stranieri tra le più alte nel mondo: ogni 500.000 locali, ci sono 100.000 stranieri, che provengono da ogni parte del globo: Canada, Germania, Stati Uniti, Corea, Russia. E gli italiani qui se la passano bene: conoscono pensionati con 1.300 euro al mese che in Italia farebbero la fame, mentre a Phuket hanno casa, moto e barca.

Of: E con la burocrazia come è andata? Problemi a ricevere la pensione?
Bonazzoli: Affatto. Sono iscritto all’AIRE. Ricevo mensilmente, a Phuket, la mia pensione in euro e non ho mai avuto ritardi o difficoltà. Inoltre la Thailandia, dal punto di vista burocratico, è un paese molto snello, semplice, lontano anni luce dai tempi e dalle modalità italiani.

Of: E per curarsi come fa?
Bonazzoli: Ho un’assicurazione sanitaria che mi costa intorno ai 200 euro mensili e qui ho trovato ospedali efficienti e personale preparato, e le strutture private hanno costi molto più contenuti rispetto a quelli italiani.

Of: Mi pare di capire che al momento esclude ogni possibilità di tornare in Italia...
Bonazzoli: Non ci penso per niente! Ogni volta che ci torno mi sembra sempre peggio, anche da quello che mi raccontano gli amici. Anzi, non escludo l’ipotesi di lasciare la Thailandia qualora trovassi un paese migliore. Sono innamorato del Sud est asiatico e ogni anno cerco di esplorare, per breve tempo, un luogo: Cambogia, Filippine…

Of: La ricerca del paese perfetto non si ferma mai!
Bonazzoli: No, mai! Anche se a mio parere il paese perfetto non esiste. L’Italia poteva esserlo, ma i politici l’hanno devastata. E scivola in un baratro che mi sembra non avere fondo.

Of: Come percepisce questa fuga dal paese?
Bonazzoli: C’è un’intera popolazione disillusa e derubata della sua speranza: i giovani, derubati del proprio futuro, i pensionati, derubati dei loro sacrifici e riconoscimenti. Tramite il lavoro che svolgo mi rendo conto che il fenomeno, quello di abbandonare l’Italia, è in crescita costante. Una crescita fortissima che comprendo appieno. Sapeva che il 60% degli italiani adulti mollerebbe tutto e si trasferirebbe all’estero? Poi magari accantona l’idea per la famiglia o altre paure.

Of: E nel suo caso queste paure non hanno giocato un ruolo fondamentale…?
Bonazzoli: Lasciare il Paese nel quale sei cresciuto e vissuto non è facile. Ma le amarezze quotidiane, la morsa del fisco, gli scandali e le cattive notizie ti sfibrano. Per questo ho deciso di andarmene e in Thailandia, a 60 anni suonati, sono come rinato. Vivo la terza stagione della mia vita con energia, entusiasmo, una rinnovata vitalità, nuovi interessi e nuovi amici. L’Italia? Qualche volta mi manca ma ormai c’è Internet, gli smatrphone e Skype, con cui mi tengo in contatto anche con mia figlia, che vive negli Stati Uniti. Così le distanze si annullano: il mondo, ormai, è sempre più globalizzato.

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