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Btp Italia, non è più quello di una volta. Ma… (aggiornato) OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Venerdì 17 ottobre, nel pieno di una nuova tempesta dei mercati finanziari, il Tesoro ha lanciato il nuovo Btp Italia con un rendimento minimo all’1,15%. Non è una cedola eccezionale. Ma conviene davvero aderire con lo scenario di inflazione negativa degli ultimi tre mesi? E’ difficile fare previsioni. Un solo fatto è certo: il meccanismo della cedola fissa garantita che viene comunque pagata garantisce dalle fluttuazioni e da qualsiasi rischio. E se Draghi …

Btp Italia, non è più quello di una volta. Ma… (aggiornato)

Aggiornamento del 23 ottobre
Il consuntivo non è eccezionale, ma non si può certamente parlare di un flop. La settima emissione del Btp Italia, si è chiusa giovedì 23 ottobre con una raccolta complessiva di oltre 7,5 miliardi di euro, di cui circa cinque raccolti tra i risparmiatori privati e il resto tra gli investitori istituzionali.

La precedente emissione, la sesta, che offriva una cedola minima garantita dell'1,65% per una durata di sei anni aveva raccolto oltre 20 miliardi.

Forse anche per rendere il confronto meno impietoso il Tesoro ha deciso, come è nelle sue facoltà al momento della chiusura dell'emissione, di aumentare il rendimento della cedola minima garantita. La soglia annunciata venerdì scorso era stata dell' 1,15%, il ritocchino di oggi porta il rendimento garantito della cedola all'1,25%.

Un piccolo aggiustamento che non cambia la sostanza della convenienza dello strumento. Che diventerà davvero concorrenziale con le emissioni dei Btp tradizionali solo se nei prossimi sei anni l'inflazione media in Italia salirà verso la soglia dell'1% con un valore tendenziale orientato al 2%, come è previsto nello statuto della Banca Centrale Europea per l'eurozona presa nel suo insieme.

Un obiettivo difficile, ma non impossibile.

AF

Non sono più generosi come una volta ma continuano ad attirare l'interesse dei risparmiatori.
Sono i Btp Italia, quei titoli del Tesoro italiano emessi per la prima volta nel marzo del 2012 il cui rendimento è agganciato al tasso dell'inflazione italiana (indice Foi del costo della vita per le famiglie di operai e impiegati, senza il tabacco) maggiorato di una parte fissa che costituisce il guadagno “reale” (al netto appunto dell'inflazione) per l'investitore.

A partire da oggi,1unedì 20 ottobre, e fino al prossimo giovedì 23, i risparmiatori che desiderano farlo, potranno sottoscrivere la nuova emissione a sei anni del Btp Italia, la settima di questa fortunata serie, per tagli minimi a partire da mille euro. I risparmiatori che non riusciranno o non vorranno sottoscrivere lo strumento entro questa ristretta forchetta di giorni potranno comunque acquistare il nuovo Btp Italia, al pari di tutte le altre precedenti emissioni, sul mercato secondario attraverso un semplice ordine bancario.

Il principale vantaggio per i sottoscrittori della prima ora è dato dal premio del 4 mille (0,4%) per chi manterrà il titolo in portafoglio fino alla data del rimborso naturale (ottobre 2020).
Ma al di là di questo riconoscimento destinato ai sottoscrittori più fedeli, conviene davvero aderire a questa offerta dato lo scenario di inflazione negativa che è andato consolidandosi negli ultimi tre mesi, e che ha portato a settembre a una crescita su base annua del costo della vita pari al -04%?

La cedola minima garantita
Venerdì 17 ottobre, nel pieno di una nuova tempesta dei mercati finanziari che appena il giorno prima aveva riportato lo spread tra il Bund e il Btp oltre i 200 centesimi di punto e le borse di tutto il mondo a perdere fra il 5 e il 10% nell'arco di poche sedute, il Tesoro italiano ha comunicato il livello della cedola minima garantita del nuovo Btp Italia.

Viste le condizioni del mercato la maggioranza degli operatori si aspettava un rendimento minimo di almeno un punto e mezzo percentuale. Il Tesoro invece ha voluto tenere duro e il rendimento minimo del nuovo Btp Italia (che al momento della chiusura dell'emissione di giovedì prossimo potrebbe essere portato su di un livello un po' più alto) è stato fissato all’1,15%.

Non si tratta di una cedola eccezionale per una emissione della durata di sei anni. Tanto più che venerdì scorso il Btp “tradizionale” di durata assimilabile (settembre 2020) rendeva l’1,47%.

Perché una cedola così bassa?

Nella passate edizioni del Btp Italia i rendimenti minimi garantiti sono stati del 2,45% per la prima emissione, quella del marzo 2012, e successivamente del 3,55%, del 2,55%, del 2,25%, del 2,15%, fino all'1,65% della cedola garantita dell'ultimo Btp Italia con scadenza aprile 2014. ---- Come si può vedere l'andamento è in costante diminuzione, in parte perché il debito pubblico italiano si è stabilizzato, e il Tesoro non ha più bisogno di ricorrere a remunerazioni elevatissime per convincere i risparmiatori a sottoscrivere i suoi titoli e in parte perché, argomento strettamente collegato al precedente, i rendimenti dei bond su tutti i mercati del reddito fisso sono letteralmente crollati nel corso degli ultimi 12 mesi.

Il Bund tedesco a 10 anni, considerato la fortezza del debito pubblico europeo, è passato da una remunerazione dell'1,8-1,9% dell'autunno scorso ai minimi di 0,75% di questi giorni. Il Btp italiano a dieci anni, dal 4,5-4,8% di un anno fa al 2,5% di venerdì.

Questo appiattimento verso il basso dei rendimenti ha tante cause, che vanno dalla debolezza della congiuntura economica internazionale, e in particolare europea, ai rischi di deflazione (un calo generalizzato dei prezzi dei beni e dei servizi) che si stanno delineando su scala continentale, fino alle politiche monetarie ultra-espansive adottate dalle banche centrali (e anche dalla Bce) per combattere sia la deflazione che la stagnazione.

E allora quale sarà il rendimento effettivo del nuovo Btp Italia?
In questo momento è difficile fare previsioni. I prezzi, come abbiamo visto, stanno scendendo, e se continueranno anche nei prossimi mesi a mantenersi in territorio negativo il sottoscrittore avrà diritto unicamente alla cedola minima garantita “reale” dell'1,15%.

C'è da osservare che se il primo semestre si concludesse, per esempio, con una deflazione del -0,5% e il secondo con una inflazione positiva del +0,5%, i sottoscrittori, al termine del secondo semestre riceverebbero comunque solo l'1,15% perché i tassi di inflazione positivi e negativi andrebbero a compensarsi.

Ma ecco che se nel terzo trimestre l'inflazione risalisse allo 0,6% e poi, supponiamo, all'1%, ecco che la terza e la quarta cedola sarebbero dell'1,75% (1,15%+0,6%) e del 2,15% (1,15%+1%).

In sostanza, se la politica monetaria della Bce avrà successo e nel corso dei prossimi anni la corsa dei prezzi in Italia e nell'eurozona tornerà positiva, con beneficio dell'economia generale e dei consumi, ecco che il rendimento del Btp Italia, non soltanto di questa, ma di tutte le emissioni di questo tipo, tornerà ad essere superiore alla media di mercato.

Ricordiamo che l'obiettivo statutario della Bce è quello di avere un tasso annuo di inflazione “vicino ma inferiore al 2%”. Ecco dunque che se l'inflazione media dei prossimi sei anni sarà, supponiamo, dell'1%, il settimo Btp Italia con cedola minima garantita reale dell'1,15% renderà il 2,15%. Di più, se, come è probabile, i prezzi saranno più elevati.

Conclusione
Nessuno pensi dunque di arricchirsi con lo strumento del Btp Italia. Ma la durata più lunga (sei anni) rispetto alle prime quattro emissioni (4 anni) e il meccanismo della cedola fissa garantita che viene comunque pagata anche se l'andamento dei prezzi è preceduto da un segno meno garantiscono il Btp Italia dalle fluttuazioni e da qualsiasi rischio. Per questa ragione, secondo i gestori di portafoglio, lo strumento potrebbe raggiungere anche il 15-20% del totale di un paniere obbligazionario.

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