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Rendimenti, perchè puntare sul Giappone OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Uno studio della Citi individua almeno tre elementi a sostegno delle possibilità di crescita del listino giapponese: il miglioramento della congiuntura economica; un ulteriore deprezzamento dello yen; le valutazioni dei titoli non care. Ecco perché, rispetto all'attuale livello di 16.800 punti dell'indice Nikkei, gli analisti elvetici del Credit Suisse hanno fissato un obiettivo di fine anno a 17.500 punti e di 19.000 punti per la metà del 2.015. Per un investitore privato può essere più conveniente fare ricorso agli ETF sugli indici di Tokio oppure su singoli settori della borsa

Rendimenti, perchè puntare sul Giappone

La coppia Abe - Kuroda colpisce ancora. Il primo ministro giapponese Shinzo Abe e il governatore della Bank of Japan (Boj) Haruiko Kuroda, fautori della cosiddetta Abenomics (dal nome di Abe), una politica economica e monetaria estremamente espansiva che punta esplicitamente sul ritorno di un'inflazione controllata, hanno rilanciato ai primi di novembre l'opzione del “quantitative easing”, l'acquisto da parte della banca centrale di titoli del debito pubblico e privato nazionale allo scopo di offrire nuova liquidità al sistema economico.

Le reazioni dei mercati, in particolare quello azionario non si sono fatte attendere. E il listino di Tokio che dopo l'incredibile cavalcata del 2013 (+49%) vivacchiava a settembre intorno agli stessi livelli di inizio anno ha ricominciato a marciare.

In pochi giorni gli incrementi dei principali indici sono stati di circa il 5%, con il Topix delle piccole capitalizzazioni nipponiche su, da gennaio, del 4,7%, il Nikkei 225 del 3,6% e il Nikkei 500, che include anche le medie capitalizzazioni in crescita dell'8,1%. Secondo gli economisti e le principali banche d'affari europee e statunitensi questo potrebbe essere soltanto un primo assaggio dei rialzi destinati a manifestarsi nel corso del prossimo anno.

E l'indice Nikkei 225, oggi a circa 16.800 punti potrebbe raggiungere enro la metà del 2015 il livello di 19.000, con un rialzo di oltre il 12%. Vediamo perché e quali rischi corre un investitore che ha l'euro come moneta di riferimento.

Le scelte “macro”
Alla base del rinnovato interesse per il listino giapponese ci sono le scelte di politica economica del governo e delle autorità monetarie del Sol Levante. I fattori più importanti, secondo gli economisti del Credit Suisse, sono almeno due. Da un lato c'è l'annuncio, fatto a inizio novembre, di un rafforzamento degli acquisti di titoli da parte della Boj per un ammontare 20-30 mila miliardi di yen, che al cambio attuale corrispondono a circa 160-250 miliardi di euro.

Ma c'è di più. Visto il rendimento irrisorio delle obbligazioni nipponiche, il governo ha deciso di raddoppiare la quota di azioni presente nei portafogli dei fondi pensione governativi allo scopo di migliorare i rendimenti e quindi le prestazioni previdenziali. Questa decisione comporta un afflusso potenziale di risorse verso il listino di Tokio di circa 90 miliardi di dollari.

“Se si considera il forte impatto che gli acquisti di titoli giapponesi da parte degli investitori esteri nel corso dei passati 12 mesi (35 miliardi di dollari) hanno avuto sulla borsa di Tokio si può immaginare quale effetto potranno avere queste scelte sulle quotazioni delle società nipponiche”, osserva lo studio. ---- Ecco perché, rispetto all'attuale livello di 16.800 punti dell'indice Nikkei, gli analisti elvetici hanno fissato un obiettivo di fine anno a17.500 punti e di 19.000 punti per la metà del 2.015.

Tre motivi per compare Giappone
Uno studio dell'economista Kenji Abe, della banca americana Citi, individua almeno tre elementi a sostegno delle possibilità di crescita del listino giapponese.

1) Al primo posto c'è il miglioramento della congiuntura economica. A settembre il livello delle scorte di magazzino ha raggiunto i livelli più bassi dell’anno, inoltre le vendite al dettaglio, mese su mese, sono cresciute di circa il 5%.

2) L'effetto cambio. Il rafforzamento del dollaro, in atto da alcuni mesi dovrebbe continuare, in particolare nei confronti dello yen e dell'euro. I tassi di interesse degli Stati Uniti, entro il 2017, potrebbero aumentare al 3,75%, ma rimanere vicinissimi allo zero in Giappone. Questo faciliterebbe un ulteriore deprezzamento dello yen.

3) Le valutazioni dei titoli giapponesi non sono care. La media storica del rapporto prezzo utili dei titoli quotati alla borsa di Tokio è di 14 volte i profitti dell'anno. Le valutazioni attuali sono pari a 12,5 volte.

A questi elementi di forza gli economisti del Credit Suisse ne aggiungono un quarto: le imprese giapponesi nel corso degli ultimi tre mesi hanno registrato le maggiori revisioni al rialzo degli utili rispetto a qualsiasi altro mercato sviluppato. In particolare, negli ultimi tre mesi, circa il 15% del totale delle aziende, ha messo in evidenza una revisione al rialzo dei profitti attesi.

Sul versante dei rischi, gli analisti di Citi, tuttavia, non escludono una correzione degli indici azionari nipponici, nel breve termine, soprattutto se verrà aumentata l'imposta sui consumi nei tempi previsti dal governo. In ogni caso considerano le eventuali correzioni delle prossime settimane dei buoni punti di ingresso sul mercato.

Quali titoli e quali settori
Secondo Citi i comparti su cui puntare sono quelli legati alle esportazioni, come i macchinari di precisione, e gli industriali in generale. Inoltre banche e assicurazioni potrebbero continuare il loro trend positivo. Uno studio della banca francese Société Générale individua una lista di singoli titoli che potrebbero avere buone percentuali apprezzamento a causa delle operazioni di buy-back (riacquisto di azioni proprie) decise dai vertici aziendali.

Tra queste la ricerca ricorda NTT Docomo, Gunma Bank, Aoyama Trading Unicharm, Yahoo Japan, Hitachi Zosen.

Per un investitore privato, tuttavia, piuttosto che l'acquisto diretto di azioni, sempre rischioso e soggetto a costi di transazione, può essere più conveniente fare ricorso agli ETF sugli indici di Tokio oppure su singoli settori della borsa giapponese.

Tra questi gli ETF più liquidi sono:
Amundi Msci Japan Ucits Etf
DB X-Trackers Nikkei 225 Ucits Etf
Ishares Msci Japan – Ucits Ets
Lyxor Ucits Etf Japan (Topix)

che hanno come sottostante i due principali indici della borsa di Tokio, il Topix e il Nikkei 225 o il paniere azionario giapponese di Morgan Stanley (Msci). Tutti questi prodotti sono scambiati sul mercato regolamentato di Borsa italiana.

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