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Ristrutturare casa con le agevolazioni fiscali OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Rifare il bagno, migliorare l’efficienza energetica dell’appartamento e acquistare una porta blindata. O, ancora, eliminare barriere architettoniche, installare ascensori e corrimano, e tinteggiare la facciata del condominio. Gli incentivi fiscali validi fino alla fine dell’anno permettono di risparmiare sulla dichiarazione dei redditi. Ma bisogna fare attenzione a come si presenta la domanda. Ecco la guida di Of-Osservatorio finanziario: quali interventi sono detraibili, chi può accedere all’agevolazione fiscale. E a quali condizioni

Ristrutturare casa con le agevolazioni fiscali

E’ il momento giusto per ristrutturare casa e approfittare degli incentivi fiscali per risparmiare sulla dichiarazione dei redditi. Le detrazioni sono sulle ristrutturazioni edilizie di alloggi privati, di parti comuni condominiali, sul risparmio energetico e sull’acquisto di mobili. La spesa è restituita in 10 anni, a patto che le spese siano correttamente documentate e conservate fino alla fine della detrazione. E’ molto importante sapere infatti che l’agevolazione dipende dalla data del bonifico di pagamento e non da quella della fattura che documenta la spesa, né da quella di esecuzione dei lavori.

Per le ristrutturazioni edilizie, fino al 31 dicembre 2016 si può detrarre il 50% della spesa sostenuta per un massimo di 96.000 euro. Il 1 gennaio 2017 invece si tornerà alla percentuale ordinaria del 36% su un massimo di 48.000 euro.
Non tutti le operazioni sono detraibili. Si va sul sicuro con interventi di manutenzione ordinaria realizzati sulle parti comuni condominiali, come la sostituzione dei pavimenti o la tinteggiatura delle pareti e della facciata, l’eliminazione delle barriere architettoniche, l’installazione di pannelli fotovoltaici e la ricostruzione dopo un evento calamitoso, come un terremoto o un’inondazione.

Tra gli interventi di manutenzione straordinaria sono inseriti, ad esempio, l’installazione di ascensori, la sostituzione di infissi e serramenti, la sostituzione dei cancelletti di ingressi, il miglioramento della caldaia o il cambio con una più efficiente, la ristrutturazione dei servizi igienici e i lavori all’impianto elettrico e idraulico.

Esistono poi alcune categorie di detrazioni ammesse che sono poco conosciute ma molto diffuse. Ad esempio, si applicano gli incentivi alle opere che evitano gli infortuni domestici, come l’installazione di un corrimano, a quelle che prevengono gli atti illeciti da parte di terzi, come le porte blindate o l’antifurto. Infine, fanno cumulo anche le parcelle dei professionisti coinvolti nella ristrutturazione, ovvero architetti e periti, ma anche l’iva, i bolli e le concessioni.

Alcuni tipi di intervento in ristrutturazione edilizia, come l’installazione di pannelli fotovoltaici, rientrano anche negli incentivi finalizzati al risparmio energetico. Attenzione, le detrazioni non sono raddoppiabili. Occorre quindi scegliere di inserirle nella categoria che conviene di più al singolo contribuente.

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Aumentare il risparmio energetico


Per le ristrutturazioni sul risparmio energetico la somma massima detraibile in 10 anni corrisponde e una percentuale del 65% della spesa sostenuta e il limite ammesso varia a seconda del tipo di intervento. Ad esempio, nel caso dei pannelli solari il tetto è di 60.000 euro, mentre per le caldaie è di 30.000. Dal 1° gennaio 2017 la percentuale scenderà al 36%. Il Bonus Energetico è applicabile solo per lavori eseguiti su edifici esistenti.

Rientrano in questa categoria tutte quelle opere che aumentano il livello di efficienza energetica e che quindi riducono i consumi per il riscaldamento e migliorano il rendimento termico. Tra gli interventi che rientrano nella categoria, non solo la sostituzione degli infissi e dell’impianto di condizionamento invernale, ma anche l’acquisto e l’installazione di tende da sole, oppure dei dispositivi di domotica per il controllo a distanza degli impianti di riscaldamento, come il Google Nest.
Anche in questo caso sono comprese nella detrazione anche le spese professionali necessarie ad ottenere tutta la documentazione richiesta dalla normativa.

Per chi acquista i mobili


Il terzo tipo di detrazione ammessa è quella che riguarda il 50% della spesa sostenuta per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici per un massimo di 10.000 euro ripartita in 10 anni. Il Bonus Mobili comprende una gamma di prodotti molto ampia, purché siano destinati all’immobile oggetto di ristrutturazione e siano stati acquistati dopo l’avvio dei lavori. Gli elettrodomestici devono essere nuovi e in classe A+, mentre per i forni è sufficiente la classe A. Tra i grandi elettrodomestici agevolabili rientrano tra gli altri: frigoriferi, lavatrici, asciugatrici, lavastoviglie, congelatori, stufe elettriche, forni a microonde, radiatori elettrici, ventilatori elettrici e condizionatori. Non sono ammessi pagamenti in contanti: lo scambio di denaro deve avvenire esclusivamente tramite bonifico, carta di credito o carta Bancomat.

Le giovani coppie sposate o conviventi da almeno tre anni che stanno comprando casa possono usufruire di una detrazione speciale del 50% sulle spese sostenute per l'acquisto di mobili fino a un massimo di 16.000 euro. La condizione è che almeno uno dei due componenti non abbia superato i 35 anni di età e che i mobili siano destinati all'arredamento dell'abitazione principale appena acquistata. Questa detrazione non è cumulabile con quella da 10.000 euro prevista per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici in caso di ristrutturazione.

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La documentazione


Bisogna riporre particolare attenzione alla documentazione necessaria per ottenere l’agevolazione, che deve essere allegata alla domanda di detrazione. Per usufruire della detrazione sulle ristrutturazioni edilizie oppure sul risparmio energetico è necessario pagare con bonifico bancario o postale da cui risultino causale del versamento, codice fiscale dei contribuenti che usufruiscono della detrazione e codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. È diventata obbligatoria anche l’indicazione dei dati catastali dell’immobile oggetto di ristrutturazione nella dichiarazione dei redditi. E’ necessario quindi conservare le fatture con l’indicazione del beneficiario della detrazione e la ricevuta del bonifico.

Se la ristrutturazione è sulle parti comuni condominiali, allora si può utilizzare una certificazione rilasciata dall’amministratore del condominio in cui attesti di avere adempiuto a tutti gli obblighi previsti e indichi la somma di cui il contribuente può tenere conto ai fini della detrazione.

Per le detrazioni sul risparmio energetico è necessario produrre inoltre una documentazione particolare. Serve una dichiarazione, anche del direttore lavori, che attesti che l'intervento realizzato è conforme ai requisiti tecnici richiesti. Per la sostituzione di finestre, infissi e alcuni tipi di caldaie, è sufficiente una certificazione dei produttori. Bisogna fornire il nuovo attestato di certificazione energetica dell’appartamento chiedendo l’intervento di un tecnico qualificato. Questo documento non è più necessario per la sostituzione delle finestre, l’installazione dei pannelli solari e la sostituzione di impianti di climatizzazione invernale. Inoltre è necessario allegare una scheda con i dati identificativi del soggetto che ha sostenuto le spese, i dati dell’edificio su cui i lavori sono stati eseguiti, il tipo di intervento eseguito e il risparmio di energia che ne consegue e il relativo costo specificando la parte relativa alle spese professionali. La certificazione energetica e la scheda informativa devono essere trasmesse online all’Enea, l’agenzia nazionale per l’energia sostenibile, entro 90 giorni dalla fine dei lavori.

Le detrazioni sono rivolte ai proprietari degli immobili, agli usufruttuari e anche ai locatari. Possono richiedere gli sgravi anche i famigliari conviventi del proprietario, purché sostengano le spese e siano intestati a loro bonifici e fatture. Sono inclusi gli eredi che vengono in possesso del bene ristrutturato dal defunto.

Attenzione nel caso di compravendite immobiliari in atto. L’acquirente che inizia i lavori prima di concludere l’atto può ottenere i benefici a patto che il compromesso sia già stato registrato. In caso di vendita dell’immobile ristrutturato prima che sia trascorso tutto il periodo per fruire dell’agevolazione, il venditore può scegliere se continuare a usufruire delle detrazioni non ancora utilizzate o trasferire il diritto all’acquirente dell’immobile. In assenza di specifiche indicazioni nell’atto di compravendita, il beneficio viene automaticamente trasferito all’acquirente dell’immobile.

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