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La sfida italiana a ApplePay e al wallet di Google OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Si possono inviare soldi agli amici con un clic trasferendo il denaro in tempo reale. I caffè al bar, il giornale in edicola o il conto dell’elettricista si pagano utilizzando il telefonino. E, a breve, si richiederà agli amici di saldare il conto del ristorante o di contribuire all’acquisto di un regalo. E si otterranno sconti sulla spesa scaricando coupon digitali e buoni sconti direttamente da un’app. Il mercato dei mobile payments è in trasformazione. Nicolò Romani, di SIA, spiega a Of tutte le novità in arrivo nel 2016. Ecco come sarà il portafoglio elettronico

La sfida italiana a ApplePay e al wallet di Google

Hanno lanciato un servizio per trasferire soldi a un amico istantaneamente, Jiffy, già utilizzato da numerosi istituti di credito. Stanno implementando la tecnologia per fare i pagamenti nei negozi utilizzando il telefonino. Hanno acquistato l’app che contiene coupon digitali per avere uno sconto sulla spesa, T-Frutta. E ora si apprestano a lanciare altre soluzioni per i pagamenti ai negozianti e alla pubblica amministrazione. Il mercato dei mobile payments è sotto attacco. E nuovi e potenti attori potrebbero sbarcare anche in Italia nei prossimi mesi: dai colossi di Internet, Google su tutti, alle società produttrici di telefoni cellulari, come Apple e Samsung. Come possono proteggere il loro business le banche? Nicolò Romani, Responsabile Innovation Lab di SIA spiega a Of-Osservatorio finanziario tutte le novità, i servizi e le iniziative in arrivo per il 2016. E racconta le sfide e gli scenari di un mercato in via di trasformazione. (Leggi l’intervista completa su La Bussola Innovazione di Aprile 2016).

Of: Il mercato dei mobile payments è uno dei più affollati. E tantissime sono state le sperimentazioni avviate dalle banche nel corso degli anni passati con più o meno successo. Poi siete arrivati voi con Jiffy.
Romani: Sì, è vero. Oggi sono 23 i gruppi bancari italiani che hanno aderito al nostro servizio P2P in tempo reale, compresi i più grandi istituti per capitalizzazione, altri lo stanno per fare. E abbiamo superato i 300.000 utenti registrati. Ma il nostro obiettivo è di diffondere il servizio anche all’estero.

Of: Infatti lo state proponendo anche in Germania…
Romani: E non solo lì. Infatti, essendo basato su bonifico SEPA, è aperto a tutti gli istituti di credito operanti nell’Area Unica dei Pagamenti in Euro, potenzialmente utilizzabile da oltre 400 milioni di correntisti europei. Jiffy è quindi in grado di dialogare allo stesso modo con tutti gli utenti, in tempo reale, indipendentemente dal paese di appartenenza.

Of: Voi però state lavorando anche a altre novità.
Romani: Sì, entro il 2016 arriveranno almeno tre evoluzioni molto importanti.

Of: Partiamo dalla prima…
Romani: L’anno scorso ci siamo concentrati sul trasferimento di denaro in tempo reale tra privati, il P2P (cioè Person to Person). Il primo passo, quindi, per il primo semestre 2016, è il passaggio ai pagamenti tra privati ed esercenti.

Of: Sempre utilizzando Jiffy?
Romani: Proprio così. Con UBI Banca abbiamo avviato un primo pilota, una sperimentazione già in corso a Bergamo su 30 merchant. Ma anche altre banche stanno già testando la soluzione. Prevediamo quindi nel secondo semestre di avere i primi lanci commerciali.

---- Of: Come si pagherà il commerciante?
Romani: Il nostro obiettivo è quello di intercettare tutte quelle operazioni che oggi vengono effettuate in contanti, come avviene di solito con i liberi professionisti. Questi rappresentano il nostro primo target: consentire loro attraverso lo smartphone di ricevere pagamenti in real time e inviare immediatamente al cliente la ricevuta fiscale.

Of: Il Jiffy per i commercianti andrà quindi a sostituirsi ai mobile Pos?
Romani: In realtà noi pensiamo che lo affiancherà. Una delle principali banche italiane, per esempio, sta già lavorando per integrare le due funzionalità: così da una sola app si potrà gestire il mobile Pos e si potranno ricevere pagamenti. Per questo servizio, però, è necessario un lavoro preliminare di convenzionamento dei merchant.

Of: Qual è la seconda novità in arrivo?
Romani: Verrà reso operativo, sempre entro l’anno, il pagamento P2G, ovvero il pagamento dei tributi alla Pubblica Amministrazione centrale e locale in tempo reale. In pratica è una integrazione tra Jiffy e il PagoPA. Così per esempio si riceverà un avviso di pagamento sullo smartphone, ad esempio la mensa scolastica dei figli, e immediatamente si potrà concludere l’operazione digitando le sole credenziali dell’app bancaria.

Of: Cos'altro bolle in pentola?
Romani: Le altre novità riguarderanno il P2P, come la funzione “richiedi denaro” che servirà per richiedere ad uno o più amici somme di denaro anticipate magari per acquistare un regalo o per pagare una pizza o una cena al ristorante. Poi ci sono evoluzioni importanti nell’e-commerce e in altri ambiti di pagamento. Alcuni istituti di credito hanno già implementato queste nuove funzionalità, come UBI Banca e Banca Popolare di Milano, altri stanno per farlo. Diciamo che nella seconda parte dell’anno partiranno ulteriori iniziative significative.

Of: Voi avete da poco acquistato anche una start-up per il couponing…
Romani: Esatto. Abbiamo acquisito Ubiq, nata nel 2012 da uno spin-off dell’Università di Parma, specializzata nella progettazione e sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative, in particolare nell’ambito delle promozioni, in cui opera con il marchio T-Frutta. Quest’ultima è un’app che permette ai consumatori di avere un cash-back di denaro, facendo la spesa, ogni qualvolta scelgono i prodotti proposti online. E’ una delle poche iniziative che è caratterizzata da un processo di gestione del coupon completamente digitale su tutta la catena del valore: dalla sua origine al suo utilizzo. I brand di aziende del largo consumo che hanno già inserito i loro prodotti su T-Frutta sono circa 25, tra questi Procter & Gamble, Unilever, Bolton Food, San Pellegrino, Lavazza, Ferrero, Barilla, Grandi Salumifici Italiani, Heineken, Nivea Beiersdorf, Conserve Italia, ParmaReggio, Monini, Ponti, Branca, Campari, Parmalat, Fater, Rana, Alpro e Auricchio.

---- Of: Come funziona?
Romani: In pratica, il cliente riceve via app dei coupon digitali relativi alcuni prodotti che vengono emessi dalle stesse aziende di marca. E li può utilizzare quando va a fare la spesa nelle catene della grande distribuzione e di tutti gli altri esercizi commerciali che emettono uno scontrino di cassa parlante (che indichi cioè con chiarezza i prodotti acquistati). Il processo consiste nel fotografare con l’app il cosiddetto scontrino parlante, ovvero dove compare il dettaglio di tutti i prodotti acquistati, e in automatico l’app va a verificare se sullo scontrino è stato battuto un prodotto sul quale risulta esserci una promozione attiva. Se è presente, il sistema accredita la somma del coupon immediatamente.

Of: Quando sarà disponibile questo servizio?
Romani: E’ già attivo, attualmente su Milano, Modena, Roma e anche nell’area Monza-Brianza. Poi, entro l’estate faremo il lancio nazionale, e l’app sarà disponibile per tutti.

Of: In che modo un’app di couponing ha a che fare con i pagamenti?
Romani: Attualmente non vi è alcun legame. Valuteremo comunque la possibilità di collegare anche le modalità di pagamento con il couponing. E questa infatti è la tendenza verso la quale si sta indirizzando la monetica nel suo complesso, in cerca di nuovi stream di ricavi.

Of: Perché è importante unire altri servizi al pagamento?
Romani: Perché anche le grandi aziende da occidente a oriente e i giganti di Internet, hanno visto nel pagamento in sé uno strumento importante per il loro business. E’ il caso di Google, per esempio, ma anche di Apple e Samsung, che hanno core business che nulla hanno a che fare con la gestione dei pagamenti, visto che puntano sulla vendita dei loro apparati o altri servizi come l’advertising.

---- Of: In che modo Apple & Co minacciano le banche?
Romani: In realtà non si può parlare di una minaccia al settore bancario ma piuttosto della presenza di una nuova forma di competizione nel comparto dei pagamenti. E’ un po’ la stessa cosa che si è vista con il mondo delle telecomunicazioni nell’ambito della tecnologia senza contatto NFC.

Of: Infatti per un po’ di tempo le banche hanno abbandonato la tecnologia senza contatto…
Romani: E’ vero. Ma come è sempre successo, dai tempi della bolla di Internet in avanti, dopo un periodo di momentaneo sconforto tornano sempre a crescere nuove aspettative. Agli inizi degli anni Duemila si pensava che, dopo il boom delle società hi-tech, non si potesse più innovare ulteriormente. Oggi è tutto digitalizzato: è evidente che poi non è stato così.

Of: Quindi secondo lei i pagamenti senza contatto con il telefonino hanno un futuro?
Romani: Assolutamente sì. La tecnologia NFC è fondamentale ed è uno standard ormai riconosciuto da tutta la filiera della monetica e dei pos, dei circuiti internazionali di pagamento e anche dai grandi produttori di apparati e internet company. Con ApplePay e SamsungPay si paga tutto via NFC, infatti.

Of: Come possono le banche reggere la concorrenza di questi big player dei pagamenti contactless?
Romani: Ci sono modalità diverse di implementare l’NFC. E la differenza sta non tanto nel protocollo, ma nel “luogo” in cui vengono collocati i dati sicuri, cioè le credenziali della carta di credito: il cosiddetto secure element. Se nei primi esperimenti si utilizzava per lo più la sim card, ora invece le banche son più concentrate su iniziative cloud based con lo sviluppo dell’HCE. In questo caso, infatti, i dati delle carte di pagamento sono racchiusi all’interno del cloud. Noi stiamo supportando questa iniziativa: abbiamo collaborato con due tra i più grandi issuer italiani e abbiamo supportato lo sviluppo dei loro sistemi di pagamento cloud-based.

Of: Si prospettano grandi novità in arrivo nel mercato dei payments per i prossimi mesi dunque…
Romani: Diciamo che c’è una bella partita in corso. Già quest’anno potremmo assistere a una competizione accesissima, soprattutto a partire dal secondo semestre, quando probabilmente alcuni dei nuovi player internazionali, che per ora sono partiti solo in Inghilterra, faranno il loro debutto anche in altri paesi d’Europa.

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