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SOMMARIO

Offre dati e informazioni su più di 325.000 strumenti di investimento. Oltre a dati quantitativi e sui rendimenti, elabora analisi e articoli realizzati da esperti e giornalisti. Morningstar ha 19 sedi in tutto il mondo. E per questo è uno dei consulenti indipendenti più ascoltati di investitori privati, consulenti finanziari e istituzioni in tutto il mondo. All’amministratore delegato di Morningstar Italia, Davide Pelusi, Of ha chiesto di analizzare e spiegare l’attuale situazione del risparmio

Grandi ritorni: è l’ora dei fondi di investimento? Ecco i dubbi su una ripresa ancora fragile

Offre dati e informazioni su più di 325.000 strumenti di investimento. Oltre a dati quantitativi e sui rendimenti, elabora analisi e articoli realizzati da esperti e giornalisti. Morningstar ha 19 sedi in tutto il mondo. E per questo è uno dei consulenti indipendenti più ascoltati di investitori privati, consulenti finanziari e istituzioni in tutto il mondo. All’amministratore delegato di Morningstar Italia, Davide Pelusi, Of ha chiesto di analizzare e spiegare l’attuale situazione del risparmio. E soprattutto: cosa è cambiato dopo la crisi del risparmio gestito e dei fondi per un risparmiatore italiano tipo: con scarsa propensione al rischio e una bassissima cultura finanziaria
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Of: Il bilancio dei fondi comuni d'investimento è tornato positivo negli ultimi 2 mesi: è forse terminata la lunga crisi del risparmio gestito iniziata due anni fa?
Pelusi:
Pochi mesi di raccolta positiva non sono sufficienti per affermare che la crisi del risparmio gestito sia finita. Si tratta certamente di una boccata di ossigeno che interrompe un trend negativo, che dura da due anni, ma non basta. I dati dicono che dal giugno 2007 al giugno 2009 l'industria dei fondi italiana ha perso circa 160 miliardi di euro, l'equivalente dell'industria del risparmio gestito cinese di oggi.

Of: Mentre le commissioni...
Davide Pelusi:
... se a questo si abbina il fatto che gli investimenti si sono spostati dai fondi azionari, che sono quelli con il più alto profilo commissionario, ai fondi monetari, obbligazionari e di liquidità, più prudenti, ma anche con commissioni inferiori, la perdita per l'industria è stata enorme. E le banche sono state la causa di questa crisi.

Of: Perché?
Pelusi:
Perché più di due anni fa, quando non si parlava ancora della crisi finanziaria nei termini in cui se ne parla ora, le banche erano già in difficoltà. E avevano la necessità di far cassa. Avevano la necessità di una raccolta diretta e preferivano proporre ai clienti obbligazioni emesse da loro stesse per raccogliere denaro fresco invece dei fondi, che dirottano i capitali su altre forme d'investimento che non danno un ritorno immediato alle banche.

Of: Vuol dire che la crisi è stata scatenata dalle banche?
Pelusi:
Certamente sono state le banche a dirottare gli investimenti su altre forme e non sui fondi. E poi è arrivata la crisi, soprattutto la crisi delle Borse. E ha fatto il resto. Oggi le banche tornano a guardare con interesse ai fondi.

Of: Perché questo interesse delle banche per i fondi oggi?
Pelusi:
Prima di tutto perché i fondi sono una forma di fidelizzazione del cliente dato che si tratta di investimenti sul medio e lungo periodo. Per cui per le banche è una buona forma di redditività, perché percepiscono annualmente delle commissioni dall'investimento in fondi.

Of: Il canale di vendita dei fondi continua ad essere quello bancario prevalentemente?
Pelusi:
Certo, il più importante è quello. Poi c'è anche il canale dei promotori finanziari, che ha guadagnato terreno negli ultimi due anni, passando dal 15% al 27% del mercato. In questi due anni, i promotori non hanno mai smesso di credere nel prodotto fondi. A differenza delle banche.

Of: E per quanto riguarda i costi è cambiato qualcosa?
Pelusi:
A quanto ci risulta si tratta di variazioni trascurabili, non particolarmente significative. Sono i risparmiatori stessi che hanno imparato a guardare con più interesse a prodotti come gli ETF, che sono a tutti gli effetti fondi comuni, ma gestiti in maniera passiva, in modo trasparente, con profili commissionali molto più contenuti rispetto a fondi. In realtà anche i fondi sono gestiti in maniera passiva, senza però dirlo esplicitamente al risparmiatore.

Of: Vuol dire che venivano venduti fondi gestiti in modo passivo come attivi e fatti pagare di più?
Pelusi:
Precisamente.

Of: Di fronte a questo scenario, come si presenta l'offerta degli operatori: la crisi del risparmio gestito e soprattutto il credit crunch ha portato a delle novità, a nuove soluzioni, a migliori prodotti?
Pelusi:
Ripeto, gli ETF hanno rappresentato una valido strumento di competizione e concorrenza e questo ha spinto le società di gestione a dover competere con gli ETF e quindi a dover abbassare i costi dei fondi gestiti passivamente.

Of: E oltre ad avere abbassato le commissioni i gestori sono anche diventati più bravi o se messi a competere con la casalinga o la scimmia, come capita ogni anno nelle famose gare americane, rischiano di farci una pessima figura?
Pelusi:
Dal nostro punto di vista non è così. Se noi andiamo a guardare le analisi e le classifiche di fondi comuni organizzati per categorie omogenee, vediamo che la differenza in termine di rendimento tra i primi 10 meglio gestiti e gli ultimi 10 fondi peggio gestiti su orizzonti temporali di un anno, ad esempio, mostrano differenze anche di 10-15 punti percentuali.

Of: E quindi?
Pelusi:
Il nostro consiglio è di farsi aiutare da esperti e analisti bravi, non semplicemente fortunati, come potrebbero anche essere la casaligna o la scimmia. E di utilizzare strumenti di analisi e confronto, come quelli che mette a disposizione Morningstar, per individuare il gestore bravo e costante nel tempo.

Of: E come faccio a individuare il gestore non bravo?
Pelusi:
E' facile, è quello a cui noi diamo una stella o due stelle al massimo. Il gestore bravo nel tempo 9 volte su 10 batte la casalinga o la scimmia.

Of: Le nuove norme, il Mfid, che regolano la materia hanno sortito effetti oppure in realtà è tutto come prima. C'è chi punta il dito verso odiose commissioni che stavano sparendoe che invece sono tornate. Dal suo osservatorio privilegiatissimo come giudica il mercato generale, quali sono le novità positive?
Pelusi:
Secondo me è troppo presto ancora per dire che è cambiato qualcosa ed è vero che i costi in alcuni casi sono addirittura aumentati. Ma qualche cosa sta cambiando: le banche, prima di tutto, stanno investendo molto in tecnologia per la Mifid e anche in risorse umane. Si tratta di vedere se questo trend resisterà nel tempo. Da parte nostra, continuiamo a lavorare per dare agli investitori strumenti di analisi e all’inizio dell’anno abbiamo introdott, il cosiddetto rating qualitativo.

Of: Mi spieghi come funziona.
Pelusi:
Rispetto al nostro rating più conosciuto che è quello quantitivo, quello delle stelle Morningstar, che è molto utile, perché si basa su una formula matematica che tiene presente costi, rischi eccetera e che è un ottimo strumento di valutazione per il risparmiatore finale, che non ha tempo per approfondire e non ha un background finanziario particolarmente evoluto, quello qualitativo è un rating studiato per persone con maggiore cultura finanziaria. Per loro c'è quindi la possibilità di aver a disposizione molte più informazioni.

Of: Quali ad esempio?
Pelusi:
Il rating qualitativo di Morningstar è un mix di analisi quantitativa e qualitativa con un’analista Morningstar che analizza più approfonditamente prodotti e società di gestione. Una persona è dedicata esclusivamente a questa attività molto delicata che prevede, ad esempio, la verifica della cultura societaria, di come è composto il consiglio di amministrazione, dell’esistenza di conflitti d'interesse, di prodotti che inseguono le mode eccetera...

Of: Cosa intende per "inseguire le mode"?
Pelusi:
Ad esempio è valutata positivamente un’azienda che non abbia lanciato fondi internet al top della bolla speculativa.

Of: Capisco. E quindi questa attività è stata fatta su tutti i fondi?
Pelusi:
Stimiano di ultimare il lavoro per fine 2009, su un paniere di 10mila fondi, che sono quelli più venduti alla clientela privata, ne scandaglieremo qualitativamente circa 2mila, scelti fra quelli più che suscitano l'interesse degli analisti o sono delle maggiori società di gestione. Questa è la nostra ambizione.

Of: Mi faccia un esempio di rating qualitativo.
Pelusi:
I Rating qualitativi sono disponibili liberamente sul nostro sito www.morningstars.it, dove accanto al nome del fondo si trovano le stelle e un giudizio qualitativo, che va da scarso a eccellente. Ma per gli oepratori e in consulenti ci sono prodotti informativi molto più complessi con un mix tra informazioni quantitative e qualitative complete.

Of: E gli operatori come hanno accolto questo nuovo servizio?
Pelusi:
Molto bene. I gestori dei fondi che non hanno la possibilità di andare a conoscere i reali contenuti dei fondi trovano molto utile queste analisi approfondite dei fatte da un attore indipendente come Morningstar.

Of: Mi tolga una curiosità da profano: come regiscono oggi i fondi alla concorrenza dell'investimento nell'oro o dell'immobiliare?
Pelusi:
Non vedo concorrenza, perchè ci sono numerosissimi fondi che investono a loro volta nel comparto oro, in particolare nelle aziende che lo estraggono, lo lavorano, lo commercializzano e così via. Ci sono anche fondi che si occupano di immobiliare non solo quello tradizionale, la casa, ma in segmenti più redditizi come i grandi magazzini e gli uffici. Ma ovviamente da sempre ci sono investitori che preferiscono l'investimento diretto rispetto a quello indiretto com'è il fondo comune d'investimento.

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