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Dialogo sulla previdenza 2 / Risponde AXA MPS OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

L’interesse è cresciuto. Soprattutto da quando il Governo Monti-Fornero è intervenuto modificando le condizioni delle pensioni pubbliche. Eppure, lo scetticismo è ancora elevato. Ma quali sono i pericoli per chi investe? E su quali prodotti è meglio puntare per evitare di perdere la pensione? Lo spiega a Of Michele Spagnuolo, Direttore Vita e Previdenza di AXA MPS

Dialogo sulla previdenza 2 / Risponde AXA MPS

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La previdenza complementare incute ancora timore. I sottoscrittori, 3 su 4, sono ancora scettici. Ma da quando il Governo Monti-Fornero, lo scorso anno, ha modificato le condizioni di accesso alla pensione pubblica, l’interesse verso i fondi pensione è incrementato. Cosa fare, dunque? Quanto si rischia con la pensione complementare? E, soprattutto, quali prodotti sottoscrivere per riuscire a garantirsi il capitale investito? Un mese fa, Of-Osservatorio finanziario, aveva chiesto l’opinione di Intesa Sanpaolo, (leggi qui). Ora, ritorna sul tema intervistando Michele Spagnuolo, Direttore Vita e Previdenza di AXA MPS. Che ha spiegato vantaggi e svantaggi dei fondi pensione, chiarendo anche su quali prodotti è meglio affidarsi, a seconda dell’età, del reddito e del profilo di rischio.

Of: Il mercato della previdenza non sta andando molto bene…
Spagnuolo: Non è vero! Noi, per esempio, nel 2012 abbiamo registrato una raccolta positiva nella previdenza, in crescita del 50% rispetto al 2011. E soprattutto, abbiamo riscontrato un aumento considerevole dei giovani sotto i 35 anni tra i nuovi iscritti, anche grazie a iniziative di education dedicate come Previsionari, un sito completamente dedicato alla previdenza.

Of: Però solo 1 italiano su 4 ha aderito a forme di previdenza complementare…
Spagnuolo: Sì, ma nonostante questo il mercato cresce. Ed è uno dei pochi settori del risparmio gestito in costante aumento. Tanto da rappresentare una buona percentuale del Pil italiano, circa l’8%. Certo, però, non cresce come ci si aspetta. L’indice di penetrazione è ancora a livelli piuttosto contenuti. Ma se togliamo i lavoratori pubblici e gli autonomi che comunque, dalla loro, possono beneficiare solo dei vantaggi fiscali, allora la percentuale cambia.

Of: Mi permetta di insistere, la Covip ha da poco rilasciato un rapporto in cui dichiara che nel 2012 1,2 milioni di persone hanno sospeso i versamenti ai loro fondi pensioni. Sono tanti…
Spagnuolo: Questo è vero. Ma è la testimonianza che la flessibilità nella previdenza è un elemento fondamentale, nel dare agli aderenti la possibilità di sospendere per poi reintegrare i versamenti. “Think big start small”, questo deve essere il messaggio nel rapportarsi alla previdenza complementare. C’è anche un’altra cosa importante che emerge dal rapporto Covip. E cioè che in media i fondi pensione rendono l’8-9%. Contro il 2% del Tfr. In pratica in 7 casi su 10 i fondi pensione hanno battuto il Tfr.

Of: Ma si tratta di prodotti rischiosi…
Spagnuolo: Non direi. Da quando nel 1997 è stata varata la normativa di riforma non si sono mai contati casi di criticità riscontrata nei prodotti previdenziali. Perché questa normativa impone numerosi vincoli, soprattutto riguardo all’allocazione del portafoglio. Sul mercato sono presenti inoltre sia linee azionarie che linee garantite. C’è dunque ampia facoltà di scelta. Il risparmio previdenziale ha dimostrato nel tempo di avere una volatilità molto minore e una tenuta maggiore rispetto a tutte le altre forme di risparmio gestito contando su una diversificazione degli asset molto spinta. Inoltre è in grado di ammortizzare i picchi di positività e negatività nel tempo, essendo protratto nel lungo periodo.

---- Of: Si può incorrere nel rischio di perdere il proprio patrimonio…
Spagnuolo: Va detto innanzitutto che la flessibilità presente sul mercato della previdenza complementare dà un senso di tranquillità e positività. Il nostro sistema inoltre garantisce tutela e controllo alle forme pensionistiche. Ma va anche detto che ciascun fondo pensione costituisce patrimonio autonomo. Cioè è separato da quello del gestore, e può essere destinato esclusivamente all'erogazione di prestazioni pensionistiche a favore dei partecipanti del fondo stesso. Questo vuol dire che sul fondo non sono ammesse azioni esecutive nemmeno da parte dei creditori del gestore.

Of: Mettiamo il caso che il gestore del fondo pensione non riesca a liquidare il cliente…
Spagnuolo: Questo è estremamente improbabile che avvenga. Il gestore non andrà mai in negativo, ed è praticamente impossibile che si trovi nella condizione di non riuscire a far fronte ai pagamenti di chi decide di uscire dal fondo pensione, o anticipatamente o perché giunto a naturale scadenza. Anche perché di norma i contributi di chi entra sono sempre maggiori rispetto alle uscite.

Of: Ok, e come scegliere che prodotto acquistare?
Spagnuolo: Dipende dal profilo di rischio di ciascun cliente. Ogni potenziale acquirente viene sottoposto alla profilatura Mifid, per valutare la sua propensione al rischio. Ma bisogna anche valutare l’età di ingresso nel programma di previdenza complementare. Oltre alla retribuzione annua.

Of: Facciamo un esempio.
Spagnuolo: In linea generale, se il potenziale cliente è un giovane, magari lavoratore atipico con reddito saltuario consiglierei un fondo pensione aperto. Meno costoso, soprattutto all’inizio e flessibile, con la possibilità di incrementare nel tempo i versamenti. Variando quindi anche le condizioni di adesione iniziale, come periodicità, importi, sospensioni, versamenti aggiuntivi, ecc. L’ideale, inoltre, sarebbe quello di scegliere un sistema di versamento mensile, e non annuale. In modo da diminuire la volatilità all’ingresso.

Of: E per una persona di mezza età?
Spagnuolo: Dipende dal guadagno annuo e dalla propensione al rischio del cliente in questione. Prendiamo per esempio il caso di un lavoratore dipendente, che vuole assicurarsi una rendita aggiuntiva sfruttando gli ultimi 10-15 anni di contribuzione. In questo caso forse è meglio prendere in considerazione una polizza previdenziale. Un po’ più costosa magari rispetto agli altri prodotti, ma con la certezza di avere un minimo garantito. In alternativa all’investimento in uno o più comparti del Fondo, però, si può comunque aderire al programma Life Cycle, che prevede la riallocazione automatica della posizione individuale e dei versamenti contributivi a scadenze predeterminate, in funzione degli anni rimanenti alla data di pensionamento, riducendo quindi il rischio man mano che ci si avvicina alla pensione.

Of: Se invece la propensione al rischio fosse maggiore?
Spagnuolo: Ci si può affidare alle linee azionarie dei PIP (Piano Individuale Pensionistico) o dei FPA. Soprattutto se si hanno contributi medi un po’ più elevati. Ma non bisogna pensare solo in termini di previdenza. Ci sono altri aspetti che andrebbero tutelati.

Of: Quali, per esempio?
Spagnuolo: La salute e il tenore di vita. Noi, infatti, abbiamo iniziato ad approcciarci ai nostri clienti in termini di “Previdenza integrata” unendo i temi della longevità e della previdenza, in modo da inglobare la previdenza integrativa e la Long Term Care (Ltc). Per esempio, abbiamo fatto delle simulazioni in cui mostriamo come parte della deducibilità fiscale del fondo pensione possa essere investita in Ltc.

Of: Cioè si tratta di un prodotto nuovo?
Spagnuolo: Non ancora. Però abbiamo notato che, a fine 2012, il 10% dei clienti che hanno sottoscritto un fondo pensione hanno poi acquistato anche una polizza Ltc. Per il futuro puntiamo a integrare maggiormente questi due prodotti.

Of: Mettendo questa protezione all’interno del fondo pensione, per esempio?
Spagnuolo: Appunto.

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