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50 anni/Immobiliare: soluzioni per homeworkers OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Tecnocasa rileva il ritorno, nei centri delle grandi città, a una vecchia usanza, rivista però in chiave moderna: ricercare appartamenti ad uso promiscuo, per allestire un ufficio all’interno dell’ambiente casalingo, scelta fatta soprattutto da lavoratori freelance e consulenti. Con l’aiuto di Antonio Sabatini, affiliato di Tecnocasa, Of indaga sulle caratteristiche e le peculiarità di questo tipo di mercato

50 anni/Immobiliare: soluzioni per homeworkers

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50 anni/Allestimenti: questo ufficio è un’abitazione

Per certi versi è un ritorno al passato, per altri sembra affermarsi come nuovo fenomeno, incrementato dalla necessità causata dalla crisi economica di tagliare costi e spese: lavorare da casa, facendo, della propria abitazione, un uso promiscuo, integrando privato e lavoro entro le stesse mura domestiche.
Ma il bisogno di risparmiare sull’affitto di un ufficio, non rappresenta l’unico motivo che spinge sempre più lavoratori a compiere questo tipo di scelta.
Sono nate nuove professioni, libere e indipendenti da strutture o ordini gerarchici, come le attività di consulenza, che si sommano a tutti quei lavori autonomi e free lance che si possono svolgere comodamente da casa: architetti, grafici, giornalisti, ma anche medici, psicologi e avvocati.

Un popolo in crescita, quindi, quello degli homeworkers, agevolati inoltre dalle nuove tecnologie che permettono di essere wired e raggiungibili 24 ore al giorno sia sul telefono che al pc: mail, Skype, chat… tutti strumenti che in un certo senso stanno sostituendo la figura della segretaria, non considerata indispensabile soprattutto da chi deve far fronte necessariamente a un taglio delle spese.

Lavorare da casa, permette inoltre di ridurre i tempi che si trascorrono fuori per il viaggio verso l’ufficio, tagliando in benzina e soldi per gli abbonamenti ai mezzi pubblici, riparandosi inoltre dal terribile stress da traffico.
Infine, aspetto da non trascurare, si sacrifica meno il privato, riuscendo a conciliare con più facilità impegni personali (come figli, famiglia e hobby) con quelli lavorativi.

Svolgere un’attività lavorativa da casa, però, implica un determinato tipo di arredamento, già in uso da qualche anno, in grado di trasformare completamente l’ambiente casalingo in zona ufficio, guadagnando spazio con arredamenti innovativi. Per approfondire, leggi anche: 50 anni/Allestimenti: questo ufficio è un’abitazione

Nella relazione del I semestre su Milano, Tecnocasa rileva che nel centro della città, ad «acquistare sono principalmente famiglie di professionisti che desiderano metrature oltre i 200 mq per ricavare sia l’abitazione che l’ufficio. Sul mercato delle locazioni c’è una domanda vivace di professionisti che cerca l’immobile per realizzare lo studio e l’abitazione».

Per approfondire la questione, Of-Osservatorio finanziario, intervista Antonio Sabatini, affiliato di Tecnocasa, che ha seguito e concluso nel centro di Milano, specialmente in zona Brera, alcune vendite di immobili perseguite da professionisti interessati a integrare in un unico ambiente lavoro e casa.
Sabatini spiega a Of, dinamiche e caratteristiche di questa tipologia di mercato, che, precisa, è in lieve aumento, anche se non consistente. ---- Of: Tecnocasa ha registrato un «vivace» fenomeno nel centro di Milano, nello specifico nella zona di Brera: immobili comprati o presi in affitto, da parte di professionisti, per integrare al loro interno casa e ufficio. Lei quanti casi ha seguito su Milano?
Sabatini: In realtà non molti, qualcuno. Non lo segnalerei come fenomeno rilevante.

Of: Chi in particolar modo richiede questo tipo di soluzione?
Sabatini: Sono specialmente i professionisti a ricercare la soluzione promiscua: medici, notai, (qualche anno fa ci era capitato un notaio donna che richiedeva un appartamento di 400 m2 per ricavarne anche l’ufficio), ma per la maggior parte sono psicoterapeuti e psicologi, persone che comunque hanno un contatto diretto con il cliente.

Of: Si tratta quindi di lavoratori che in casa propria accolgono i clienti e hanno la necessità di tenere separati i due ambienti…
Sabatini: Esattamente. Ambiente casalingo e lavorativo si trovano divisi, spesso forniti di due ingressi separati e distinti.

Of: E quali sono le motivazioni che presenta questo tipo di clientela?
Sabatini: Possono essere di comodo, consideri che la maggior parte della nostra clientela non ha difficoltà economiche.

Of: Mi fa un esempio?
Sabatini: Su un caso a Brera, in Corso Garibaldi, si trattava di un professionista che lavorava come consulente, intorno ai 60 anni, che ha richiesto un appartamento sui 120 m2, in cui poter ricavare uno studio personale dove lavorare. Abita e lavora nello stesso appartamento, ma la zona ufficio è limitata a una stanza. Infatti all’interno dell’ambiente non accoglie i clienti, o casomai solo saltuariamente.

Of: Parliamo di come deve essere strutturato un immobile per ospitare sia casa che ufficio…
Sabatini: Solitamente i clienti richiedono appartamenti dai 200 metri a salire, con due ingressi separati, uno che conduce all’ambiente casa e l’altro a quello lavorativo, comunemente con due bagni, a volte anche tre, quest’ultimo dotato anche solo di lavabo e WC. L’immobile deve essere inserito in un contesto condominiale dotato di servizio di portineria. Non mi vengono in mente altre caratteristiche specifiche.

Of: La crisi ha effetti negativi in ogni sua diramazione.. Quali sono le sue percezioni a riguardo, e quanto, ad oggi, ci si mette a chiudere una trattiva, i tempi si sono allungati?
Sabatini: La crisi è meno evidente nelle grandi città, come Milano. Spesso però la vendita è rallentata e ostacolata dal venditore…

Of: Cioè?
Sabatini: Mi spiego: capita abitualmente che la trattativa non sia bloccata dall’acquirente, ma al contrario dal venditore che mette in vendita l’immobile a prezzi non di crisi. Consideri che solitamente i primi due mesi li impieghiamo per far capire e far realizzare al venditore che il prezzo non è allineato alla realtà del mercato. Può anche capitare che il cliente non ci ascolti, o rimanga ancorato a sue convinzioni, e quindi tentenni a lungo prima di far calare il prezzo di vendita.

Of: E chi compra non ha alcuna responsabilità nel prolungare i tempi delle trattative?
Sabatini: Ce le ha. Gli acquirenti cavalcano notevolmente l’onda della crisi e del calo dei prezzi, proponendo offerte a volte davvero folli.

Of: Quindi per concludere una trattativa quanti mesi si mettono in conto?
Sabatini: Per concludere una vendita solitamente si impiegano dai 4 ai 6 mesi, tenendo presente che i primi due vengono spesi per ragionare con il venditore, primo responsabile solitamente della maggiorazione delle tempistiche per la conclusione della vendita.

Of: Qual è la situazione del mercato (affitto e vendita) degli uffici a Milano. Quanto sta risentendo della crisi?
Sabatini: A Milano esiste sicuramente un’abbondanza dell’offerta rispetto alla domanda. Questa tipologia di mercato ha patito fortemente della crisi, non so dirle la percentuale esatta, ma ha sofferto ancora di più rispetto al mercato residenziale. La richiesta di acquisto per l’ufficio è scesa notevolmente.

Of: Ma quali sono le sue previsioni per il futuro per questo tipo di mercato?
Sabatini: L’esperienza mi ha insegnato a viaggiare un po’ a vista, ci sono ancora troppe variabili macro-economiche i gioco che non possiamo né controllare, né prevedere. Una certezza che ho, è che il mattone è stato e credo sia ancora il bene rifugio migliore.

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