
SOMMARIO
Le cedole dei Btp più “lunghi” continuano a essere generose e gli spread elevati. Secondo gli operatori chi è disposto a scommettere su questi titoli, potrebbe realizzare buoni guadagni in conto capitale in caso di discesa degli spread. Riguardo alle azioni italiane, secondo gli analisti, un ulteriore rally delle principali banche italiane è ancora possibile. La maggior sono ancora sotto di circa il 20% rispetto ai valori di inizio anno, nonostante i recuperi realizzati.
Restare liquidi, in attesa di cosa? Le occasioni d’autunno della finanza
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Investire al meglio la liquidità in portafoglio. Già, ma per farne che cosa? Una volta raggiunta (e possibilmente superata) l’asticella di un rendimento in grado di battere il tasso di inflazione – oggi al 3,4% in Italia e a circa il 2% in area euro – occorre focalizzare l’attenzione su investimenti “veri”, ossia su scelte finanziarie in grado di massimizzare il rendimento atteso in base al profilo di rischio che ogni risparmiatore ha individuato per se stesso. Decidere se privilegiare bond, azioni o fondi di investimento, e in quale misura combinare queste tipologie di asset class e di strumenti è un lavoro fondamentale che ogni risparmiatore deve svolgere con cura. Ma una volta fatte le scelte di fondo, quali sono, in questo momento le occasioni d’autunno su cui puntare?
Prima di entrare nel dettaglio delle possibili risposte occorre fare una premessa. Il mese di agosto, contrariamente alle attese e ai timori di molti osservatori è stato un periodo tutto sommato piuttosto buono per i mercati finanziari, sia azionari che del reddito fisso. Come si dice per i risultati dei fondi di investimento “non c’è garanzia che le performance passate possano essere mantenute anche in futuro”. Detto in altre parole: settembre e i prossimi mesi potrebbero ancora essere un periodo molto turbolento. A determinare gli umori del mercato saranno soprattutto variabili di tipo extra-economico, in un certo senso più politiche , sebbene collegate a un problema economico fondamentale: quello delle strategie per superare e risolvere la crisi dell’euro.
Un momento cruciale sarà dunque il 12 settembre prossimo , data in cui è prevista la decisione della Corte Costituzionale tedesca di Karlsruhe in merito alla ammissibilità (in base alla costituzione tedesca) dei meccanismi Efsf (European Financial Stability Facility) e Esm (European Stability Mechanism). Una decisione positiva della Corte alla ratifica dei trattati che permettono la messa in opera di questi sistemi di difesa dell’euro non è affatto scontata.
E secondo uno studio della banca americana Morgan Stanley appena pubblicato vi è anzi una probabilità del 40% che la Corte rifiuti i termini degli accordi salva-euro in quanto incostituzionali. Se questo scenario dovesse prendere corpo, tutti i progressi realizzati dai mercati nelle ultime settimane verrebbero rapidamente vanificati e si tornerebbe a una situazione di grande incertezza e volatilità. E’ bene tenere conto di questi aspetti nelle prossime settimane.
Forse, almeno fino al 12 settembre, conviene ancora puntare sugli strumenti di liquidità.
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Obbligazioni
Sebbene lo spread Bund-Btp a dieci continui a rimanere elevato – a fine agosto sembra stabilizzato intorno ai 450 punti base, con un rendimento del titolo decennale italiano vicino al 4,7%, contro l’1,2% del suo omologo tedesco, i mercati obbligazionari si trovano oggi in una situazione molto più tranquilla rispetto a fine luglio.
L’elemento di novità più rilevante è stata la diminuzione di circa due punti dei rendimenti dei titoli a breve termine , con il Bot a un anno attestato oggi intorno al 2,1%, il Btp a 2 anni al 3% e il Btp con scadenza settembre 2015 su un livello di cedola del 3,7%. Rendimenti non particolarmente ghiotti e che non dovrebbero scendere ulteriormente nelle prossimi settimane.
La Bce ha infatti fatto sapere di essere pronta intervenire per limitare l’allargarsi deglu spread di quei paesi virtuosi ma penalizzati dalla speculazione, tra cui l’Italia. E questo annuncio ha prodotto l’effetto di far scendere i tassi dei titoli a breve perché il mercato ha anticipato queste misure. La Bce, infatti, se interverrà con degli acquisti sui titoli di Stato si concentrerà sulle scadenze più brevi.
La conseguenza di questo approccio è che i Btp più “lunghi”, come l’emissione a cinque anni con scadenza primo giugno 2017 (che rende il 4,7%), o il decennale (7,7%), o il trentennale (6,2%) hanno migliorato di poco le loro quotazioni . Le cedole continuano a essere generose e gli spread elevati. Secondo gli operatori chi è disposto a scommettere su questi titoli, e ad accettare una elevata volatilità delle quotazioni potrebbe realizzare buoni guadagni in conto capitale in caso di discesa degli spread. L’ordine di grandezza è quello di un aumento del prezzo del 7% ogni 100 punti in meno di spread.
Una scommessa interessante, che si muterebbe in un grave danno nel caso in cui, come abbiamo ricordato, la Corte costituzionale tedesca rigettassi le regole per il salvataggio dell’euro come incostituzionali.
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Azioni italiane
Dal 24 di luglio scorso, quando il Footsie Mib delle grandi capitalizzazioni italiane quotava circa 12.300 punti c’è stato un rimbalzo di oltre il 20% delle quotazioni. E a fine agosto il valore dell’indice ha superato quota 15mila. Il grande rimbalzo è dovuto soprattutto alla performance dei titoli bancari, tra cui Mps (+52% dai minimi di luglio), Popolare Emilia Romagna (+46,6%), Ubi Banca (+40,2%), Intesa (+39,5%), Unicredit (+34,4%). All’origini di questi miglioramenti, in parte la leggere riduzione dello spread Bund Btp, che ha un’influenza molto potente sui bilanci bancari in quanto incide sulla valutazione dei titoli di Stato di cui le banche sono imbottite.
A questo punto, secondo gli analisti, un ulteriore rally delle principali banche italiane è ancora possibile , soprattutto, ancora una volta, nell’ipotesi di un restringimento degli spread. Senza correre troppo di fantasia, infatti, la maggior parte dei titoli bancari italiani sono ancora sotto di circa il 20% rispetto ai valori di inzio anno, nonostanti i recuperi realizzati. Un calo dello spread avrebbe un effetto immediato sul settore, dandogli nuovo slancio. Come abbiamo visto i motivi di incertezza su questo aspetto sono molto elevati.
Chi vuole sfuggire all’ansia da spread e puntare su società stabili e sicure ha a disposizioni le grandi utilities di rete, come Terna e Snam Retegas . Titoli che in generale tendono a muoversi poco, sia al rialzo che al ribasso, ma che sono sostenuti da un dividendo molto elevato di circa il 7%. Gli analisti non mostrano di credere molto alle prospettive di Enel, società gravata da un debito molto elevato e dal fatto di avere il suo mercato principale in Italia e in Spagna, i due paesi maggiormente colpiti dalla crisi ed entrambi in piena recessione. Enel inoltre ha tagliato il suo dividendo e attualmente il dividend yield (rendimento per dividendi) è inferiore al 5%.
Chi vuole fare scommesse di crescita, dunque, potrebbe puntare sulle grandi società industriali, come Fiat, Finmeccanica e Prsysmian , tutte in rialzo significativo da inizio anno. Ma minacciate da un possibile rallentamento della congiuntura economica globale.
Da questo punto di vista sembrano più sicure le prospettive di titoli come Salvatore Ferragamo, Tod’s, Luxottica, Brunello Cucinelli , vale a dire i grandi marchi del lusso italiano. Le semestrali di queste società sono state in generale piuttosto buone e le aspettative di crescita di vendite e ricavi sono legate soprattutto alle prospettive dei paesi emergenti, che sono diventati i principali acquirenti del lusso italiano.
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