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Il rendimento può attendere OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Italiani alla finestra: chi ha denaro da parte preferisce stare liquido. E' la fotografia che esce dal sondaggio "Dove metto i miei soldi?". Il 72% dei partecipanti preferisce conti di deposito oppure conti online remunerati o pronti contro termine a breve, scommettendo una parte dei risparmi nel mattone (22%), negli Etf (19%), nei Bot (14%) oppure nei fondi comuni monetari o obbligazionari (14%)

Il rendimento può attendere

Dove metti i tuoi soldi? Come fai crescere i tuoi risparmi? A queste domande hanno risposto 1.636 persone che hanno cliccato nella pagina del sondaggio online promosso da Of-Osservatorio finanziario con la collaborazione tecnica di Google Docs, che è rimasto attivo dal 4 novembre al 9 dicembre nel sito Le News di Of. L'88% di chi ha risposto è uomo e con un'età compresa metà tra i 31 e i 51 anni e metà oltre i 51 anni. Solo un esiguo 15% ha meno di 30 anni e soltanto il 12% è donna. Il sondaggio, che non ha alcun valore statistico, è però un segnale di quello che la maggior parte delle famiglie decide oggi di fare quando ha qualche risparmio da parte.

Il 72% dei partecipanti ha ammesso di preferire conti di deposito oppure conti online remunerati o pronti contro termine a breve (3 mesi) rimanendo in questo modo liquidi e tranquilli: nel 39% dei casi giustificando la scelta a causa dei rischi di bolle, ultima quella del Dubai, che sarebbero ancora troppo elevati e, nel restante 33% dei casi, ammettendo che in questo modo si sta alla finestra per cogliere le migliori opportuità d'investimento. Non a caso, nell'ultimo Magazine di Of si evidenziava che i Pct, i pronti contro termine oggi sono preferiti da chi ha grandi investimenti anche superiori ai 250mila euro, in attesa di investirli in tempi migliori (vai al Magazine di Of "Controlla il battito dei soldi").

Ancora numeroso il "popolo del mattone" con il 22% delle risposte: sono le persone che preferiscono investire nell'immobiliare dato che i prezzi sono buoni e che quindi questo sarebbe il periodo migliore per fare acquisti. A sorpresa in seconda posizione con il 19% ci sono coloro che rischiano qualcosa puntando sugli ETF, la cui offerta sarebbe particolarmente interessante soprattutto per costi di commissione. Resistono con il 14,6% gli affezionati ai Bot e Cct che si accontentano anche se i tassi sono azzerati e addirittura negativi. Una picola schiera di persone punta sui fondi, ma preferiscono i monetari e obbligazionari (13,4%), quindi ancora una volta una scelta conservativa. Ci sono poi coloro che (8%) decidono di rischiare qualcosa, ma solo su obbligazioni societarie di imprese molto sicure. Il 12% scommette sulla Borsa, ma con una reale diversificazione, e c'è chi scommette anche sul mercato dell'arte (3%). C'è una forte affezione per l'oro, bene rifugio per eccellenza (6%), mentre un piccolo 2% preferisce le commodity.

Il 79% fa da sè tenendosi informato e risparmiando così su costi e commissioni. Il 21% si affida a un consulente della banca, considerato molto preparato e di fiducia. Un 15% si affaccia all'home trading, cioè a quelle piattaforme di trading online più semplici da usare e ricche di strumenti informativi e formativi. Un 6% si affida a un collega o amico che lo consiglia e aiuta. Il 3% si affida al promotore finanziario oppure preferisce affidarsi alle cure del commercialista.

La media delle somme investite è 250mila euro con patrimoni anche inferiori, intorno ai 50mila euro per chi investe in conti di deposito e somme superiori intorno ai 250.000 euro per i Pronti contro termine.

"Le ferite generate dalla crisi finanziaria, ancora in corso, non si sono rimarginate e ci vorrà ancora molto tempo, perché si recuperi la fiducia nel risparmio gestito." Ha commentato Francesca Tedeschi, responsabile di Of-Osservatorio finanziario. "Oggi la maggior parte delle famiglie preferisce attendere tempi migliori e restare liquida anche per affrontare i rischi del futuro senza dovere chiedere prestiti alle banche. Non a caso ancora in ottobre i prestiti alle famiglie sono scesi di un altro 1% portando a -5% la richiesta nei primi 10 mesi del 2009 sul 2008 anno in cui già i prestiti delle famiglie erano calati del 3% secondo dati del barometro Crif" (Leggi qui)

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