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SOMMARIO

Per qualche analista i tassi dovrebbero rimanere stabili per almeno due o tre anni. Ma per Bundesbank e Goldman Sachs l'aumento dovrebbe iniziare già a metà 2010 per arrivare a quota 2-2,4% entro il 2011. Of è andata a spulciare i report dei più prestigiosi centri studi europei per capire come andrà a finire. Intanto gli italiani preferiscono il variabile

Mutui/ Fisso o variabile? Ecco come (probabilmente) andranno i tassi nel 2010 - 2011

Lo scorso febbraio, si è toccato un altro minimo storico per i tassi d'interesse dei mutui: l'ultimo Rapporto mensile dell'Abi indica un 2,68%, cioé meno 7 punti base rispetto al mese precedente e meno 188 punti base rispetto a febbraio 2009. Negli Usa, ma anche in Europa, i tassi bassi stanno spingendo molte famiglie a rinegoziare il mutuo: pochi mutui nuovi, quindi, pochi acquisti di case (il mercato segnala una continua discesa), ma numerosi cambi nei contratti. In particolare, a cambiare sono i mutuatari con tasso fisso superiore al 5,2%. Alcuni sono spinti a rinegoziarlo con un variabile con Cap (Leggi qui), con la sicurezza, ma anche con una rata che diminuisce immediatamente di 100 euro e anche di più il fardello mensile della famiglia. Facciamo un rapido calcolo: se per 100mila euro in 15 anni si pagava, con tasso fisso al 5,5%, una rata mensile di 817 euro, con un variabile oggi al 2,68%, si pagherebbero 675 euro, ovvero 142 euro in meno. Si capisce che in questo favorevoli condizioni il mutuatario accetti spesso di pagare uno spread molto più elevato anche di un punto base rispetto a quello che si va a sostituire.

Come sempre la domanda è: ma i tassi continueranno la discesa o inizieranno a salire? E dove arriveranno? Of, per capirci qualcosa è andata a spulciare i report di alcuni dei più prestigiosi centri studi europei

Secondo José Luis Escrivá a capo del Servicio de Estudios Económicos della BBVA, secondo gruppo bancario spagnolo, l'economia è troppo debole e la ripresa troppo lenta, perché i tassi aumentino nel breve periodo. Nei prossimi tre anni, dovrebbero rimanere sostanzialmente stabili, dando modo a tutte le famiglie di rinegoziare il debito, riuscendo anche a trovare formule più sicure. Stanno aumentando, quindi, anche i contratti assicurativi a tutela del tasso, sia per mutui alle imprese che alle famiglie. Le previsioni di altri centri studi, come quello del'inglese Barclays, sono sostanzialmente identiche: per Julian Callow, di Barclays Capital anche la crisi della Grecia non dovrebbe cambiare sostanzialmente nulla nei tassi d'interesse che dovrebbero rimanere stabili.

Per il presidente della BCE, Jean-Claude Trichet, c'è ancora molto margine per i tassi prima di rialzare l'indice della Banca centrale europea da un anno fermo all'1%: l'Euribor, infatti, è ancora in discesa con quello a tre mesi a quota 0,64% e quello a un mese addirittura a 0,40%, ben al di sotto dell'indice di riferimento. Ecco quindi che la maggior parte dei mutui è oggi sottoscritto con tasso variabile: secondo i dati dell'Associazione Bancaria Italiana, in questo inizio di anno, circa l'80% dei mutuatari ha scelto il tasso variabile, mentre nel 2009 questo dato era del 61% e nel 2008 solo il 28% aveva scelto il tasso indicizzato.

La curva dei tassi influenza un po' tutta l'economia: tanto che il famoso indice ZEW tedesco (www.zew.de), che registra l'umore generale dell'investitore tedesco, a gennaio ha segnato quota 47,2 verso il precedente 50,4, mentre ci si attendeva almeno un 50,0. Di diverso avviso il team di analisti della Bundesbank secondo i quali i tassi dovrebbero iniziare a salire dopo la metà del 2010 per attestarsi a quota 2,10% a fine anno mentre nel 2011 il balzo in avanti potrebbe essere addirittura del 2,4%: ottime notizie per gli investitori in bond tedeschi che, sempre secondo la Bundesbank, dovrebbero rendere il 3,6% quest'anno e il 4,1% nel 2011 rispetto al 3,3% di oggi.

Anche gli analisti di Goldman Sachs prevedono un graduale aumento dei tassi, ma con differenze sostanziali tra i vari paesi: mentre i tassi in Israele dovrebbero arrivare addirittura al 4% entro il 2011, in USA e in Europa come anche in UK, dove si parla apertamente di recessione, i tassi non dovrebbero raggiungere, entro quella data, il 2%.

In questo contesto, per gli analisti di Deutsche Bank, il fabbisogno di credito crescerà molto nei prossimi anni, e per questo i tassi devono rimanere stabili: la famiglia italiana, però, continua ad andare contro corrente. Come le formiche, gli italiani risparmiano e ricorrono difficilmente al prestito: a febbraio, la domanda di prestiti da parte delle famiglie italiane è scesa ancora segnando un -7% (dati Barometro Crif), a parità di giorni lavorativi, rispetto allo stesso mese del 2009 (Leggi qui).

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