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Miglior Conto 2013. Lo scenario OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

In un anno aumenta il canone del 86,72%. E precipitano i rendimenti: meno 23,52%. Ma se i conti correnti non stanno bene, quelli di deposito se la passano anche peggio. Eppure in questa situazione così difficile si possono tagliare le spese e prendersi qualche punto di tasso sui soldi dati alla banca. Ma cosa sta accadendo nelle banche? E c’è qualche speranza per il prossimo futuro? Forse sì, ed ecco perché

Miglior Conto 2013. Lo scenario

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Come si sceglie un conto corrente? Cosa ci fa decidere di chiudere il nostro e aprirne un altro nella stessa banca o in un istituto di credito diverso? Un tempo non molto lontano un punto di riferimento era il rendimento sulla liquidità. Era l’aprile 2011, quando le banche attiravano i clienti con la meta del 3%. Oggi, complice la crisi ormai lunghissima, il rendimento non è più un punto di forza dei conti correnti. Non a caso Of, in questa undicesima edizione del Miglior Conto, ha cancellato il premio per il miglior rendimento. Soltanto Credem ha continuato a proporre fino a ieri il suo NonSoloTre, mentre Banca Mediolanum su Conto Freedom Più e Poste Italiane su BancoPosta Click offrono ancora il 2,00% lordo. Tutti gli altri sono sotto. Molto sotto. Il tasso creditore medio è in calo dallo 0,51% allo 0,39% (-23,52%), a riconferma che sono sempre meno gli istituti di credito che puntano sui conti con rendimento, e i tassi ancora proposti sono più bassi di quelli degli anni precedenti. Mentre rispetto a settembre 2012 il tasso debitore è aumentato dello 0,73%, passando dal 12,30 al 12,39% applicato al rosso in conto.

In base alle rilevazioni effettuate dagli analisti di Of-Osservatorio finanziario da settembre 2012 a settembre 2013, le principali condizioni economiche su un campione di 130 conti correnti di 30 banche monitorati costantemente nel DB Prodotti Bancari sono cambiate in questo modo: il canone annuale medio è passato da 23,81 euro a 44,46 euro (+86,72%). Per un bonifico disposto in filiale, verso altre banche, si paga oggi in media 3,58 euro al posto di 3,30 euro (+8,48%) mentre quello via internet o smartphone, rispetto all’anno precedente scende da 0,71 a 0,68 euro (-4,22%). Un prelievo di contante da un Bancomat di una banca diversa dalla propria ha una spesa media di 1,35 euro mentre un anno fa era di 1,29 euro (+4,65%). E, inspiegabilmente, visto che la maggior parte delle banche spinge i clienti a usare i canali diretti per sbrigare le proprie operazioni, in modo da non doversi sempre recare in filiale, il costo medio del servizio di Internet banking è aumentato da 2,88 a 3,17 euro (+10,06%).

Per quanto riguarda le carte di pagamento, invece, la carta Bancomat costa meno cioè 2,86 euro rispetto ai 3,31 euro del 2012 (-13,59%) mentre la carta di credito, invece, mantiene lo stesso costo medio, di 20,01 euro l’anno.

Tanti servizi vecchi e nuovi per arricchire il conto
Se il rendimento è a zero, che cosa spinge a scegliere un prodotto rispetto a un altro? Una chiave di lettura sono le promozioni, che individuano almeno tre tipologie di clienti nell’ambito della clientela famiglia: quelli che in filiale non ci vanno mai usando in autonomia i servizi di internet banking, quelli che in filiale ci vanno spesso anche solo per depositare un assegno o pagare l’affitto e quelli che hanno cifre consistenti e beni da gestire.

In tutti e tre i casi non bisogna dimenticare che la banca con il conto corrente cerca di guadagnarci qualcosa. Perché alla banca il conto corrente costa e nemmeno poco. Tanto che una tendenza oggi degli istituti di credito è di allontanare i clienti che non fanno movimentare il denaro, non usano altri servizi e prodotti (carte, depositi, polizze e prestiti) limitandosi a mantenere la liquidità ferma sul conto in favore di chi, al contrario, con il proprio denaro qualcosa fa.

---- Oggi la parola d’ordine è: al conto devono essere aggiunti altri prodotti e altri servizi. Nella passata edizione del Miglior Conto 2012, Of spiegava che il conto corrente è per la banca una commodity. È usato come un abbonamento alla banca e ai suoi servizi. E proprio come accade per gli abbonamenti si stanno creando nelle banche “circoli”, chiamati secondo la moda del social network anche “community”, di clienti con le stesse aspirazioni e necessità. Anche con gli stessi sogni. Quello di una casa, ad esempio, cioè clienti che hanno o desiderano sottoscrivere un mutuo. Oppure quello di una vecchiaia più serena, cioè clienti over 50 a cui proporre polizze assicurative e fondi pensione. Questi gruppi, circoli o community, che dir si voglia, sono in fase di preparazione: non a caso nell’ultimo anno praticamente tutte le banche hanno attivato indagini CRM (Customer Relationship Management), cioè sulla soddisfazione dei clienti, per capire meglio cosa desiderano davvero, soprattutto quelli che in filiale ormai non ci vanno più.

Queste indagini, in molti casi coadiuvate da analisi sull’uso dei servizi di internet banking e del sito web oltre che delle diverse community e fan page, sono adesso al vaglio degli esperti di marketing e comunicazione per preparare le campagne 2014. Dove ci si attende molto dalle novità che provengono dalle tecnologie mobile, vedi l’annuncio di banche solo mobile come HelloBank! della francese BNP Paribas, che in Italia è presente con BNL, ma anche dalle campagne sulle APP e Mobile Banking di Intesa Sanpaolo, Unicredit e numerose altre.

Il mobile banking cambia il conto
Il marketing bancario punta sui servizi mobile per attivare promozioni rivolte soprattutto verso il pubblico giovane. Dopo una lunga stagione di riflessione e di analisi dei bisogni dei propri clienti, infatti, la maggior parte delle banche si è accorta di tre fattori. Primo: la maggior parte dei clienti è anziana, con poca o nulla propensione alla movimentazione del conto, con molte pretese e con una elevata propensione a far perdere tempo in filiale per attività di poco interesse (pagamento bollette e quietanze, cambio assegni eccetera). Al contrario, è assente il pubblico giovane che preferisce fare a meno della banca appoggiandosi sui genitori e usando al massimo una carta prepagata. Secondo: l'home e il mobile banking sono ancora poco usati e lo stesso dicasi per carte di credito e prepagate (che sono tra l'altro utilizzate spesso come bancomat). Terzo: continua la propensione a lasciare i risparmi sul conto corrente senza investirli preferendo i depositi o i libretti di risparmio, che però hanno rendimenti in calo e sono tassati.

Nel prossimo futuro, complice anche la necessità per numerose banche di recuperare la clientela resa diffidente e spaventata dalle notizie delle crisi di banche storiche (oltre a MPS, vedi anche Carige, Banca Marche e Veneto Banca), è probabile che i conti correnti tornino a dare remunerazione sulla liquidità oltre il 2% lordo, facendo concorrenza ai depositi.

Ma è probabile che la vera novità arrivi dalle carte di pagamento. Perché le carte prepagate con IBAN sono di fatto oggi dei veri e propri conti correnti light, attivano anch'esse un account, un conto se pur virtuale, ma con servizi in grado di competere con il costoso (per le banche) conto corrente e in prospettiva di agganciarsi facilmente ai servizi con smartphone. Il mobile banking dovrebbe potere ampliare il numero di servizi agganciabili a un abbonamento (conto) bancario, con la vendita, ad esempio, di abbonamenti ai trasporti pubblici, ai diversi car e byke sharing. Senza dimenticare biglietti per spettacoli, i numerosi servizi sanitari e al cittadino. Tutti pagabili con le carte. Non è un caso che le promozioni più recenti e anche quelle che, a quanto rileva Of, ottengono maggiore successo sono proprio quelle legate al regalo, insieme all’apertura di un nuovo conto corrente, di uno smartphone.

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