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Grandi ritorni/2 Riecco il trading. Ma ora si fa chiamare ho... OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Niente più fanatici del Forex. Basta con la clic-mania: 20 ore al giorno passate al pc a comprare e vendere sui mercati di tutti il mondo. A vincere (ma soprattutto a perdere) intere fortune in un altalena sfibrante. Oggi il trading punta al piccolo risparmiatore domestico. E proliferano le nuove piattaforme web-based, con costi più contenuti e operatività più semplice. Incominciamo a scoprirle da vicino, mettendo a fuoco proprio il loro costo

Grandi ritorni/2 Riecco il trading. Ma ora si fa chiamare home trading

L’ultima arrivata è quella di Ing Direct. E come tutto il trading online di ultima generazione si tratta di una piattaforma completamente web-based, cioè non ha bisogno di applicativi aggiuntivi o software da scaricare sul proprio computer, ma le basta una normale connessione internet. E come i suoi compagni il trading della banca olandese è destinato ad attrarre un pubblico di non esperti: infatti la grafica e i contenuti più semplici sono fatti per l’operatività di chi il trading non lo fa di professione ma lo sperimenta per la prima volta e solo nel tempo libero.
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Ad un anno dalla crisi finanziaria, i piccoli risparmiatori iniziano a ricercare nuovi modi per fare fruttare i risparmi. E la novità è che scoprono l’investimento fai-da-te. Meglio se fatto online senza l’intermediazione di broker e consulenti finanziari che tanta parte hanno avuto nelle vicende di 12 mesi fa (e che tanto costano in termini di commissioni). “Nel 2009 abbiamo riscontrato una ripresa dell’interesse nei confronti del trading anche da parte di quella fascia di clienti che noi chiamiamo home trader”, conferma Luca Ferrarese, Responsabile del Mercato Privati del Gruppo Banca Sella, “non abbiamo più una clientela fatta solo di professionisti conoscitori di Borsa, che effettuano un numero consistente di eseguiti ogni giorno, ma la base clienti si allarga anche a chi non ha mai operato in Borsa e nei mercati azionari”. “Anche noi abbiamo più domanda di trading da parte di investitori self-service che si cimentano con le piattaforme online per la prima volta”, concorda Vincenzo Tedeschi responsabile Marketing e Prodotto di IW Bank, “perché effettuare trading su internet è più economico e i costi delle commissioni di negoziazione sono inferiori e più accessibili”. Ma l’investimento post credit crunch piace “sicuro”. “E’ vero. Si punta soprattutto sul mercato delle obbligazioni”, spiega infatti Stefano Cioffi, responsabile trading ed investimenti di WeBank, “nell’ultimo anno abbiamo visto aumentare la quota obbligazionaria dal 10% al 15%. Ma potrebbe arrivare anche al 20%”. Dato confermato anche dal rapporto periodico di Assosim, Associazione Italiana Intermediatori Mobiliari che, nel primo semestre 2009, conta un incremento del 50% dei volumi scambiati sul MOT (Mercato Obbligazionario Telematico) rispetto allo stesso semestre dello scorso anno.

Non c’è solo il mercato delle obbligazioni nella piattaforma-tipo di ultima generazione. Al suo interno si possono trovare anche azioni, CFD, contratti future sugli indici o sulle commodity come petrolio, oro, grano. Si possono acquistare ETC e ETF, oppure operare sul mercato delle valute.
Si tratta in pratica di offerte a pacchetto, e ognuna è diversa dall’altra. Of ha analizzato l’offerta di piattaforme formato-famiglia presenti sul mercato italiano e ha effettuato una simulazione di operatività medio-bassa per confrontare la spesa media annua. Nello specifico ha analizzato le commissioni di negoziazione che un cliente tipo dovrebbe sostenere per gestire il suo dossier titoli in un anno, mantenendo un’operatività sul conto medio-bassa. È stato, dunque, ipotizzato il caso di un investitore che acquisti due BTP con stacco di cedole semestrali, una obbligazione corporate, e compia tre investimenti su azioni italiane (tre operazioni di acquisto d’acquisto e tre di vendita), su una delle quali è previsto uno stacco del dividendo, mentre sulle altre due una operazione sul capitale. Ecco cosa è emerso. ---- Piattaforme a confronto
(vai alla tabella)

Il dossier titoli che costa meno è quello di Banca Sella che, con Conto Trader, arriva ad una spesa media annua di 118,20 euro; 34,20 dei quali servono per i bolli statali. Le operazioni di compravendita azioni costano 8 euro ciascuna, mentre per l’acquisto di BTP e Obbligazioni Corporate bisogna mettere in conto 12 euro a operazione. Nel caso in cui invece non si opta per il costo fisso ad operazione, bisogna sborsare una commissione di 0,185% (min. 4 euro, max 19,95) per BTP e Obbligazioni, e di 0,17% (min. 2 euro, max 19,95) per le azioni. In questo caso il totale di spesa annua sarebbe pari a 213,17 euro. Per gestire l’operatività, confrontare news e grafici, e operare in borsa Banca Sella mette a disposizione del piccolo investitore privato la piattaforma SellaXtrading, che offre l’accesso ai mercati MOT, EuroMOT, MTA, TLX ed EuroTLX, nonché alle principali piazze italiane e straniere. “È l’ultima nata, e si affianca all’offerta per professionisti: Sella eXtreme. Ma non è una piattaforma versione base e non è pensata ad hoc per un pubblico di non esperti”, avverte Ferrarese (Gruppo Banca Sella), “È personalizzabile, chiara e facilmente comprensibile, pur restando comunque evoluta e completa”. SellaXtrading infatti ha un’interfaccia personalizzabile ed è completa di quotazioni in tempo reale e tecnologia push, book dispositivo a più livelli, grafici con strumenti di analisi tecnica, stato ordini integrato, sezione di avvisi e news. “All’inizio della sua attività il nostro cliente non ha accesso a tutti i prodotti finanziari offerti dalla piattaforma”, ci tiene a sottolineare Ferrarese, “ ma può solo comprare e vendere azioni e obbligazioni. Il resto dell’operatività è disponibile solo previa abilitazione ad hoc. Cioè in pratica il cliente deve dimostrare di saper utilizzare questo strumento nel corso di un colloquio conoscitivo, che può avvenire sia presso una delle nostre dipendenze che direttamente online”.

La neo-banca WeBank (facente parte del Gruppo BPM, autonoma a tutti gli effetti solo dal 1° novembre scorso), è la seconda più vantaggiosa della classifica di Of e offre il dossier titoli gratuitamente a chiunque apra il nuovo conto di rendimento, Conto WeBank. E per gestirlo servono, secondo la simulazione di Of, 139,20 euro l’anno. Mentre l’offerta di piattaforme online è molto ampia. Si va da una piattaforma base, gratuita con operatività limitata (cioè quotazioni delle principali borse europee e USA, in differita di 20 minuti) e dedicata a chi non ha mai fatto trading in vita sua, alla nuovissima super evoluta piattaforma, WeTrade (prima Intesa Trade), acquistata lo scorso gennaio proprio da Intesa Sanpaolo al prezzo di 45 milioni di euro e che ha, tra le maggiori novità, il servizio Global Bond. In pratica questo permette ai clienti WeTrade di acquistare e vendere bond (obbligazioni) online utilizzando il principio della Best Execution Dinamica. Una modalità cioè che permette la ricerca in automatico del miglior prezzo di una obbligazione tra tutte le piazze, italiane e estere, su cui il titolo viene trattato. “Il nostro obiettivo è aumentare i mercati e gli strumenti finanziari a disposizione dei nostri clienti”, chiarisce Cioffi (WeBank), “allargare le piazze in cui operiamo e quelle con cui siamo collegati per dare ai nostri clienti la possibilità di operare nelle migliori condizioni possibili”.

Offre un dossier titoli anche un altro istituto di credito online-puro (terzo posto nella classifica di Of), IWBank che prevede una spesa media annua per garantire un’operatività medio-bassa sul conto titoli pari a 146,70 euro. Cioè in pratica per ogni operazione è prevista una commissione del 0,125%, a cui vanno aggiunti i 34,20 euro per i bolli statali. Tante sono anche le piattaforme offerte. Iw Quick trade 2.0, ad esempio, è la piattaforma completamente in push veloce (che permette di operare sui mercati in real time) recentemente rinnovata: l’interfaccia, personalizzabile a più livelli, diventa più intuitiva grazie alle nuove opzioni di ricerca degli strumenti finanziari, mentre è anche possibile inserire ordini condizionati sui futures (stop order) gestiti direttamente dal mercato Eurex. 4Trader, invece è una piattaforma di negoziazione universale e completamente web-based, accessibile da qualsiasi browser senza alcuna installazione. Anche 4Forex è una piattaforma web-based e permette l’accesso al mercato delle valute, mentre IW Skitter punta sul trading in push. “La nostra offerta, spiega Tedeschi (IWBank), “si rivolge prevalentemente ad un pubblico di trader esperti grazie alle piattaforme evolute e complete. Ma anche chi è alle prime armi può sperimentare il trading online grazie al dossier di titoli obbligazionari: si effettua facendo compravendite con finalità di investimento e può essere fatto semplicemente aprendo un conto corrente online, senza dover installare nessuna piattaforma. Mentre per chi è davvero interessato ad imparare mettiamo a disposizione corsi di formazione tenuti da docenti esterni”, continua Tedeschi, “perché senza formazione iniziale non si va da nessuna parte”. ---- Gestire il proprio portafoglio titoli con Conto Fast di Banca Generali costa 169,20 euro l’anno (e questo le merita il quarto posto nella classifica della convenienza). Il dossier titoli, aperto attraverso il conto corrente, non necessita di una piattaforma per la gestione delle posizioni aperte, e permette di operare e trasmettere ordini su tutti i mercati domestici obbligazionari e azionari, su warrants e covered warrants, ETF, ETC. Inoltre con la funzione “portafoglio virtuale”, che consente di simulare un investimento e monitorare i risultati nel tempo, è possibile testare il servizio prima di utilizzarlo effettivamente nei mercati reali.

La più nuova piattaforma di trading semplificata è la banca olandese Ing Direct (quinta posizione) che, nell’aprile di quest’anno, ha presentato la sua prima piattaforma online: Trading Arancio. “Il nostro obiettivo”, spiega Tomas Peeters il responsabile del progetto TOL di Ing Direct, “è far diventare la nostra offerta a 360° per diventare la banca preferita del cliente online. Abbiamo iniziato con il conto di deposito. Poi abbiamo continuato con il conto corrente. Per completare la nostra offerta per il cliente retail mancava il servizio di trading”. Nella piattaforma si può trovare accesso a obbligazioni e obbligazioni corporate, BOT, BTP, ETF, e tutti i titoli azionari italiani collocati sul MTA, cioè sul mercato azionario telematico. Mentre, per il momento, non è offerta l’operatività sui mercati esteri. Mancano anche gli strumenti che sfruttano la leva finanziaria. “Perché si tratta d strumenti troppo complicati e rischiosi per il target che vogliamo raggiungere”, chiarisce Peeters. Inoltre grazie ad un accordo stretto con il Sole24ORE, nella sezioni di trading il cliente può avere accesso anche a diversi strumenti di analisi aggiornati in real time, comprese informazioni sul mercato e le news del momento. “Per testare l’effettiva facilità d’uso della piattaforma”, racconta ancora Peeters, “abbiamo creato appositi focus group con 12 non-traders che per la prima volta si apprcciavano al mondo del trading online. E devo dire che i risultati sono stati molto buoni”. Gestire l’operatività di Trading Arancio, costa all’anno 196,29 euro. Ma, per chi trasferisce il deposito titoli tra il 20 aprile 2009 e il 31 dicembre 2009 l’imposta di bollo è gratuita, e il totale di spesa scende a 162 euro.

Credem, (sesta classificata) diversifica la sua offerta sulla base delle abilità del cliente e distingue i suoi prodotti in Avdanced, destinato a chi il trading già lo conosce, e Basic, il più facile, per chi si avvicina al mondo degli investimenti online per la prima volta. Nel profilo di base si possono trovare informazioni in tempo reale sui mercati italiani e sul mercato dei cambi e quotazioni in differita su borse e indici esteri. Gestire il conto costa 200,70 euro l’anno.

Segue in settima posizione, con una spesa media annuale pari a 203 euro, Directa SIM, la Società di Intermediazione Mobiliare nata a Torino nel 1995. Il broker finanziario offre varie piattaforme di trading online adatte a tutte le tipologie di utenti. Quasi tutte Web-based, cioè raggiungibili direttamente da browser senza l’installazione di applicativi client o software esterni vengono aggiornate in tempo reale, lavorano in push e permettono di accedere al proprio conto in qualunque momento, anche fuori dell’orario di operatività della Borsa. Inoltre consentono l’acquisto di azioni, derivati e obbligazioni sulla Borsa di Milano, su NYSE, NASDAQ, AMEX, OTC, CME via Market Maker o ECN, sull'’Eurex, sullo XETRA di Francoforte e sul Chi-X di Londra.

FinecoBank, la Banca online del Gruppo Unicredit, necessita invece di una spesa annua di 205,20 euro (che le dà diritto alla ottava posizione). Anche se il costo totale può ridursi e rimanere fisso alla nuova soglia ridotta per tutto il trimestre successivo grazie alla formula Roll On. In pratica la commissione massima prevista per ciascuna operazione, pari a 19 euro, può ridursi fino a 2,95 euro in funzione delle commissioni generate durante il trimestre precedente. Primo broker in Italia e in Europa, seguito dalle società di intermediazione tedesche, ConsorsCortal e Comdirect, nel 2008, ha raggiunto una quota di eseguiti in Borsa pari a 21,6 milioni, con una crescita rispetto all’anno precedente del 25%, mentre i volumi intermediati hanno raggiunto quota 263 miliardi di euro. La piattaforma proposta, PowerDesk 2 è completamente personalizzabile e consente di operare in azioni, ETF, Obbligazioni, Futures, Opzioni e Valute grazie al mercato Forex. Inoltre contiene al suo interno numerosi strumenti di analisi, grafici, news in tempo reale ed è aggiornata in real time.

Anche Unicredit rende disponibile l’effettuazione di operazioni di trading online, grazie al conto corrente First. In pratica si tratta di un dossier titoli collegato al conto al quale si può accedere semplicemente loggandosi alla propria sezione di home banking, senza piattaforme aggiuntive. Per un anno di operatività la spesa totale è di 209,33 euro.

Servono invece 215,20 euro per la gestione di un portafoglio titoli di Intesa Sanpaolo. Ma volendo si può anche optare per la piattaforma di negoziazione Trading+. "Si tratta di una piattaforma di negoziazione titoli offerta alla nostra clientela più evoluta già dalla fine del 2006", spiega Giulio Colella, servizio Canali Diretti della direzione marketing Privati di Intesa Sanpaolo, "ed è pensata come un’estensione e un ampliamento dell’offerta standard presente all’interno del contratto di 'Servizi via Internet, Telefono e Cellulare'. E' una applicazione java scaricabile direttamente sul PC del cliente". La piattaforma limita l’operatività esclusivamente a strumenti azionari e derivati, e permette l’accesso ai mercati della Borsa Italiana, MTA, ETF, Sedex, alle azioni estere quotate su TLX e EuroTLX, ai mercati Nyse, Nasdaq, Amex.

Il dossier titoli più caro nel panel esaminato da of, è Conto My Trade di Banca Mediolanum che necessita di 224,40 euro per essere mantenuto operativo. I costi maggiori però derivano dalle operazioni di acquisto dei due titoli di stato e dell’obbligazione corporate che il conto corrente non permette online. Le commissioni applicate alla simulazione, infatti, sono quelle previste per l’acquisto via telefono, e sono più elevate (tra 0,20% e 0,30%) in media di quelle applicate dagli altri istituti di credito e dai loro canali di home banking. L’operatività in titoli della banca inoltre si limita al dossier del conto corrente, e non prevede una piattaforma ad hoc.
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