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Long life 2015/Come invertire le lancette del tempo OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Alla base di molte sperimentazioni sull’elisir di lunga vita, ci sono gli studi sull’enzima SIRT1 e sui benefici della circolazione di sangue giovane. Altre ricerche si sono invece focalizzate sulle staminali: il Centre for Genomic Regulation di Barcellona è partito dal gene Wnt, responsabile della ricrescita della coda nelle lucertole, portando nuovo interesse sulle cellule pluripotenti indotte, mentre l’USC Longevity Institute dell’University of Southern California si è concentrato sugli effetti del digiuno sulle staminali, per pazienti anziani o malati di tumore

Long life 2015/Come invertire le lancette del tempo

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“Questo bambino potrebbe vivere fino ai 142 anni”. Così intitolava il Time di recente, con una copertina effetto, prendendo spunto dalla notizia (pare fondata) che vedrebbe un nuovo farmaco in fase sperimentale (il cui principio attivo è la rapamicina) permettere a un topo di vivere 4 anni, invece che 2-3 come i suoi simili, riuscendo inoltre a mantenere un aspetto giovane e in salute.

Da sempre la ricerca per l’elisir di lunga vita è uno dei temi che più affascina l’uomo e la scienza. A testimonianza i numerosi studi provenienti dai più prestigiosi centri di ricerca del mondo che anche nel corso dell’ultimo anno si sono dedicati assiduamente all’argomento. È stato ad esempio protagonista di molti studi l’enzima SIRT1, di cui la comunità scientifica conosce solo in parte gli effetti benefici. Sono di David Sinclair, genetista molecolare all’Università del Nuovo Galles del Sud e ora di base anche all’Università di Harvard, le ricerche (pubblicate sulla rivista Science) secondo cui entro cinque anni si potranno avere in commercio dei farmaci in grado di combattere l’invecchiamento.

La ricerca, avvenuta su topi e in minima parte anche su un campione umano, si è concentrata sul potenziare quei i geni che combattono lo trascorrere del tempo. L'enzima SIRT1 si attiva naturalmente tramite restrizioni caloriche ed esercizio fisico, ma può anche essere potenziato attraverso alcuni attivatori, tra cui il più comune è il resveratrolo, che si trova in piccole quantità anche nel vino rosso. La tecnologia è stata venduta al colosso farmaceutico GlaxoSmithKilne e sono stati finora sviluppati 4000 attivatori sintetici. I tre migliori attivatori vengono ora usati nelle sperimentazioni umane.

Gli studiosi del National Institute on Aging del National Institutes of Health guidati da Rafael de Cabo hanno invece dimostrato come si possano avere delle molecole in grado di migliorare l’impatto delle malattie metaboliche e croniche associate all’invecchiamento. Anche in questo caso lo studio, condotto sui topi, utilizza un attivatore sintetico della SIRT1 realizzato quindi in laboratorio e chiamato SIRT1720. Gli effetti di SIRT1720 sono stati sorprendenti: allungamento medio della vita dell’8,8%, diminuzione della percentuale del grasso corporeo, abbassamento del colesterolo, miglioramento della sensibilità dell’insulina, favorendo in questo modo la prevenzione del diabete.

Tre differenti studi, due di Harvard e uno nato dalla collaborazione tra la University of California, San Francisco e la Stanford University, pubblicati tutti e tre sulla rivista Nature Medicine, hanno invece dimostrato i benefici della circolazione di sangue giovane nell’organismo di individui anziani.
Gli esperimenti, eseguiti su topi, hanno in particolar modo sottolineato, separatamente, miglioramenti nelle capacità mnemoniche e sulla capacità del cervello di riorganizzarsi dopo un’esperienza; benefici sulla muscolatura scheletrica con l’iniezione della proteina GDF11 estratta dal plasma sanguigno degli esemplari giovani e miglioramento della circolazione nella zona subventricolare dell’area celebrale, esteso anche tutto il cervello. I risultati ottenuti dalle tre ricerche sono stati accolti con grande entusiasmo dalla maggior parte della comunità scientifica.

Lo studio riportato su Stem Cell Reports e condotto dai ricercatori del Centre for Genomic Regulation di Barcellona, coordinati da Maria Pia Cosma, si è invece concentrato sul gene Wnt, responsabile della ricrescita della coda nelle lucertole e presente anche nell’uomo, nel processo che consente di trasformare le cellule adulte in staminali pluripotenti indotte.

---- La scoperta della ricerca è stata l’intermittenza del gene Wnt: inibendolo all’inizio del processo e attivandolo alla fine, aumenta l’efficienza della riprogrammazione cellulare, ottenendo così un numero maggiore di cellule pluripotenti. La scoperta delle IPS (induced pluripotent stem cells) ha permesso a John Gurdon e Shinya Yamanaka di vincere il Premio Nobel per la Medicina nel 2012.

L’innovativa scoperta, che ha successivamente aperto alla ricerca nuovi approcci e prospettive, si basa sul fatto che è possibile riprogrammare le cellule staminali adulte, specializzate in un solo tessuto, in pluripotenti, cioè immature e capaci di svilupparsi in qualsiasi tipo di tessuto. Eliminando anche il dibattito etico, poiché le staminali pluripotenti indotte, essendo già adulte, sono ricavate senza toccare gli embrioni. Inoltre, trattandosi di cellule prelevate dal paziente, viene diminuito in modo significativo il rischio di rigetto che compromette la buona riuscita di un intervento.

Sempre sulla rivista americana Stem Cell Reports è stata pubblicata la ricerca condotta da Valter Longo, professore di biogerontologia e Direttore dell’USC Longevity Institute dell’University of Southern California, che si è focalizzata sugli effetti del digiuno sulle staminali, come interruttori del ringiovanimento del sistema immunitario, su individui anziani o malati di tumore. Per sei mesi i volontari sono stati sottoposti a periodi di digiuno di 2-4 giorni, durante i quali i ricercatori hanno notato che il sistema immunitario si liberava delle cellule inutili e rimetteva in azione le cellule staminali che assicurano la rigenerazione. Inoltre il digiuno ha aiutato i pazienti sottoposti a chemioterapia, attraverso un’azione protettiva dagli effetti collaterali e dai danni provocati al sistema immunitario.

In seguito ai risultati ottenuti nello studio si sono aggiunti 64 nuovi volontari tra i 20 e i 70 anni. L’idea alla base della sperimentazione è che comprendendo i meccanismi dell’invecchiamento si capirà molto anche sulla formazione dei tumori, poiché l’invecchiamento cellulare causa problemi metabolici e la predisposizione all’insorgenza tumorale.

È infine molto recente la notizia che ha visto Leonard Guarente (biologo al Massachusetts Institute of Technology), trasformare Nad (molecola chiave nei processi metabolici e già riconosciuta come interruttore di lunga vita attivabile dalla restrizione calorica) in un prodotto da banco, acquistabile online. Ha infatti dato vita alla start-up Elysium Health che da inizio febbraio vende Basis, una pillola riconosciuta come integratore che costa 60 dollari al mese e va assunta due volte al giorno tutti i giorni. L’intenzione della compagnia è di monitorare nel tempo le persone che decidono di acquistarla per verificarne l’efficacia. Alla base l’idea di integrare i livelli di Nad nell’organismo umano che sono inversamente proporzionali con l’avanzare dell’età. Nei topi si era ottenuto un allungamento della vita del 30%, ma sull’uomo non ci sono ancora risultati del tutto chiari e stabiliti.

Dovrebbe invece concludersi nel 2017 la ricerca iniziata nel 2000 su 300 bambini tra i 4 e i 5 anni per misurare quali effetti abbiano nel tempo stili di vita e alimentazione.

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