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SOMMARIO

Secondo Of-Osservatorio finanziario, che ha preso in esame l’offerta dei 20 principali gruppi bancari operanti in Italia, dall’inizio di luglio tre istituti di credito (Ing Direct, BancoPosta, Credem) sono intervenuti sui tassi applicati ai mutui, modificando al rialzo gli spread (che rappresentano il margine della banca). A novembre, un’altra banca (Barclays) aumenterà i tassi. Intanto, il costo del denaro resta stabile ma, secondo alcuni analisti, entro il 2009 ci sarà un primo taglio.
a cura di PierEmilio Gadda

MUTUI ALLA SVOLTA/1
I tassi calano ma alcune banche aumentano le commissioni. Indagine su 20 banche

Combustibili, più 8,2%. Trasporti, più 7,5%. Prodotti alimentari e bevande analcoliche, più 8,2% ad agosto. E in ottobre, anche le bollette saranno più salate. Ma cosa succederà alla rata del mutuo? Secondo Of-Osservatorio finanziario, che ha preso in esame 20 istituti di credito, alcune banche sono già intervenute sui tassi: la prima a muoversi è stata Credem che, nel mese di luglio, ha applicato un aumento dello 0,10-0,15% sullo spread dei mutui a tasso fisso, intervenendo, contestualmente, con un taglio di 0,35 punti percentuali sui tassi applicati ai mutui a tasso variabile di durata inferiore ai 20 anni.

Poi, a partire dallo scorso 11 agosto, tutti i nuovi clienti di Poste Italiane (che offre il Mutuo BancoPosta in forza di un accordo con Deutsche Bank) hanno dovuto constatare un incremento degli spread compreso tra lo 0,15% (per i mutui che coprono fino all’80% del valore dell’immobile) e lo 0,20% (per tutti gli altri). “Poste Italiane ha deciso di terminare la promozione “Spread 0,85%” iniziata il 1 ottobre 07 e prorogata al 10 agosto 2008 rispetto alla scadenza inizialmente prevista al 30 giugno 2008. Lo spread originario era dell’1,25%”, fa sapere l’istituto guidato da Massimo Sarmi. Ma quale impatto avranno questi aumenti sulla rata mensile? Se si considera un mutuo a tasso fisso di 200.000 euro a 25 anni, un incremento dello 0,20% sui tassi si traduce in un aumento di 24 euro sull’importo da versare alla banca ogni mese, pari ad un maggiore esborso complessivo di 7.203 euro al termine del finanziamento.

Intanto, il 7 settembre, anche Ing Direct ha modificato gli spread, aumentandoli nella misura dello 0,05-0,15% in funzione delle diverse tipologie di finanziamento e mantenendo i tassi vigenti solo per i mutui a tasso variabile di durata 25-30 anni e importo compreso tra i 100mila ed i 200mila euro.

“Gli spread stanno aumentando, ma non in modo tale da assorbire tutto l’incremento del costo del denaro intervenuto nell’ultimo anno”, avverte Stefano Dragoni, direttore Mortgage Business di Barclays Italia, che dichiara “a novembre probabilmente anche noi aumenteremo i tassi dello 0,10-0,15%”. Alla base di questi aumenti ci sarebbe ancora, stando a quanto riporta Dragoni, la crisi di liquidità innescata dal collasso dei mutui subprime americani, ed il conseguente aumento dei costi di raccolta che gli istituti di credito hanno dovuto fronteggiare. Tuttavia, secondo alcuni analisti sentiti da Of, l’aumento degli spread stabilito dalle banche sarebbe giustificato anche da un possibile peggioramento della qualità del portafoglio crediti da parte di alcuni istituti e, conseguentemente, dalla necessità di far fronte ad un aumento delle sofferenze bancarie. “Se vi saranno aumenti futuri dipenderanno dalle condizioni di mercato e dall'aumento della rischiosità del settore immobiliare”, ribadisce un portavoce di Banca Sella.

Una spiegazione che sembra confermata da un preoccupante aumento dei pignoramenti, almeno in alcune province italiane: secondo quanto ha recentemente dichiarato il presidente del Consiglio Notarile di Bergamo, Pierluigi Fausti, nei primi 5 mesi del 2008 il numero di esecuzioni immobiliari sarebbe incrementato del 400% rispetto al periodo gennaio-maggio dell’anno precedente. “Il problema, d’altra parte, non riguarda solo Bergamo, ma anche altre Province, a cominciare da Milano”, osserva Giacomo Gigantiello, responsabile linea mutui di GeMoney Bank. Resta dunque alta l’attenzione sul settore mutui: tra il dicembre 2005 e il luglio-agosto di quest’anno, il valore dell’Euribor a 3 mesi, il parametro a cui è agganciata la maggior parte dei mutui a tasso variabile, è raddoppiato, schizzando dal 2,51% al 5,03%. Come sanno bene tutti i mutuatari che negli anni passati si sono indebitati a tasso variabile, questo ha comportato un significativo incremento della rata mensile, accresciuta, con il passare del tempo, anche di 150 o 200 euro, fino a minacciare la capacità di molte famiglie di far fronte ai debiti maturati per finanziare l’acquisto della casa.

CONTINUA
1) I tassi calano ma alcune banche aumentano le commissione. Indagine su 20 banche
2) A questo punto, meglio il fisso o il variabile?
3) Ecco le banche che non hanno ritoccato i tassi. E quelle che, invece, li hanno aumentati

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