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SOMMARIO

Le 10 domande e risposte più importanti sui temi della finanza etica e dell'investimento socialmente responsabile. Cos'è un fondo etico, cosa lo differenzia da un fondo comune tradizionale, in quali titoli investe e dove si può sottoscrivere?

Domande&Risposte

1. Cosa sono i fondi etici?
In ogni aspetto finanziario e di regolamentazione, di gestione e distribuzione si tratta di strumenti identici ai fondi comuni d’investimento ordinari. Ciò che li contraddistingue è il processo di selezione dei titoli da inserire nel portafoglio: accanto ai tradizionali parametri di natura finanziaria, infatti, i fondi etici investono il patrimonio gestito secondo criteri di eticità e responsabilità sociale.

2. Quali sono i criteri di eticità adottati nella gestione dei fondi d’investimento etici?
Generalmente si è soliti distinguere tra criteri negativi (o di esclusione) e criteri positivi(o di inclusione). I criteri negativi riguardano i settori produttivi esclusi dall’ “universo investibile” del fondo, per esempio, l’industria degli armamenti, del gioco d’azzardo o della pornografia. I criteri negativi possono riguardare non solo le imprese operanti in un determinato settore ma anche gli Stati: ad esempio, possono essere esclusi i titoli di Stato di Paesi che applicano la pena di morte o che sono responsabili di sistematiche violazioni dei diritti dell’uomo.
I criteri positivi permettono di selezionare imprese o Stati che, per la caratteristiche di impegno nella tutela del capitale ambientale, sociale ed umano con cui vengono a contatto, entrano a far parte dell’universo investibile del fondo.
I criteri positivi possono essere distinti i tre ambiti: ambientale, sociale e di governance.
Le società di gestione del risparmio che adottano criteri positivi di tipo ambientale nella selezione dei titoli da inserire in portafoglio privilegiano imprese sensibili all’impatto ambientale dei propri prodotti e processi produttivi, oppure Stati impegnati nella salvaguardia del patrimonio ambientale e delle specie animali e vegetali.
I criteri di inclusioni in ambito sociale identificano comportamenti meritevoli da parte di imprese e Stati in tema di rispetto dei diritti umani, dei minori e dei lavoratori, tutela della salute e della sicurezza sociale, impegno a favore dell’inclusione sociale delle categorie svantaggiate e del dialogo con le comunità ed i gruppi di interesse ad ogni livello.
Esempi di criteri positivi nell’ambito della governance sono rappresentati, nel caso degli Stati, dal rispetto dei diritti civili e politici senza pregiudizi di tipo razziale, etnico, religioso o di genere, dall’impegno nella salvaguardia e nella promozione della pace attraverso il dialogo diplomatico, dall’intervento a sostegno di Paesi non sviluppati, di quelli colpiti da guerre o catastrofi naturali e delle popolazioni del terzo mondo, dalla rinuncia all’applicazione della pena di morte e dall’assenza di corruzione nelle strutture dello Stato; nel caso delle imprese, dall’adozione di criteri di trasparenza nell’amministrazione finanziaria, dall’assenza di episodi di corruzione, dalla gestione efficace dei rischi sociali ed ambientali, dall’instaurazione di relazioni stabili e positive con gli azionisti.

3. Come viene calcolato il rating etico dei fondi?
Non è sufficiente l'etichetta "Fondo Etico" per garantire che un prodotto di investimento risponda a criteri di responsabilità sociale. L'analisi condotta dall'Osservatorio finanza etica è indipendente e basata su criteri oggettivi: vengono presi in esame una serie di punti di osservazione relativi alle procedure adottate dalle SGR nella costruzione e gestione dei singoli fondi etici: adozione di criteri negativi (o di esclusione); adozione di criteri positivi (o di inclusione) - di tipo ambientale, sociale, e di governance, presenza di un advisor etico indipendente, adesione alle linee guida Eurosif sulla trasparenza, adozione di politiche di azionariato attivo.
Questi parametri indicano il rigore e la complessità delle procedure di gestione adottate dalle banche, e corrispondono ad altrettanti "filtri", attraverso cui l'universo investibile viene "scremato" fino ad identificare i titoli più "socialmente responsabili" da inserire in portafoglio.
Sulla base di queste procedure di analisi, l'Osservatorio finanza etica attribuisce ad ogni fondo etico un punteggio da 1 a 7, che esprime il suo rating etico, cioè la sua "classe di eticità". Maggiore è il numero di "filtri", maggiore è il rating etico, cioè il punteggio, che l'Osservatorio finanza etica attribuisce a quel fondo.

4. Cosa sono le linee guida Eurosif sulla trasparenza?
Quando si parla di fondi d’investimento etico, la trasparenza è un punto chiave. Trasparenza significa trasparenza delle procedure adottate nella selezione dei titoli che compongono un certo Fondo Etico, trasparenza dei criteri di inclusione ed esclusione assunti nella definizione dell’universo investibile, trasparenza sulla composizione del Comitato Etico. Trasparenza significa, cioè, dare all’investitore socialmente responsabile la possibilità di decidere se un determinato fondo etico risponde o meno alla sua personale concezione di eticità.
Per rendere i fondi etici più trasparenti nei confronti dei risparmiatori, Eurosif (European Social Investment Forum) - un network pan-europeo no-profit che sostiene la crescita delle pratiche di investimento socialmente responsabile - promuove l’adesione da parte delle Società di gestione del risparmio alle linee guida europee sulla trasparenza dei fondi socialmente responsabili, basate sulle migliori pratiche correnti. L'elaborazione delle linee guida ha visto il coinvolgimento delle stesse società di gestione, affiancate dai rappresentanti di associazioni ambientaliste, sindacati, associazioni a tutela dei consumatori, agenzie di consulenza e di ricerca e Università di cinque diversi Paesi europei.

5. Cos’è un advisor etico?
Il processo di valutazione delle imprese e degli Stati i cui titoli sono oggetto di interesse da parte del gestore di un fondo etico può rappresentare un’attività molto complessa. Per questa ragione, la quasi totalità delle società di gestione del risparmio si avvale di un advisor esterno, un consulente che svolge, per conto della società, tutte le analisi ed i monitoraggi di tipo etico, identificando un “universo investibile” da cui il gestore seleziona i titoli che verranno collocati nel fondo. In altri casi, la società di gestione fa riferimento ai cosiddetti “Indici Etici” (come il Dow Jones Sustainability Index, l’ESI Ethibel Sustainability Index, il Domini Social Index 400 il FTSE4Group): veri e propri indici borsistici che segnalano l’andamento medio del mercato azionario ed obbligazionario “socialmente responsabile”, attraverso la media ponderata dei prezzi dei titoli negoziati.
I gestori possono utilizzare questi indici non solo come parametro di confronto della performance del fondo amministrato, ma anche come universo investibile di riferimento da cui selezionare i titoli da inserire in portafoglio.
La composizione azionaria e obbligazionaria del fondo può subire delle modifiche: ad esempio, il gestore può escludere dal portafoglio titoli un’impresa responsabile di comportamenti che la pongano in conflitto con le caratteristiche di eticità del fondo.

6. Cos’è l’azionariato attivo?
Al fine di monitorare la condotta delle società nelle quali il fondo etico investe, e quindi condizionarne il comportamento in funzione dei criteri di responsabilità sociale adottati, alcune società di gestione del risparmio adottano politiche di azionariato attivo. L’azionariato attivo può essere esercitato nella forma di semplici contatti con i vertici dell’ azienda: la società di gestione, in questo caso, si limita a richiedere maggiori informazioni oppure cerca un confronto diretto sulle questioni che attengono al profilo socio-ambientale dell’azienda. Una società di gestione del risparmio può anche decidere di prendere parte attivamente alle assemblee dei soci delle imprese nelle quali investe. Acquistare le azioni di un’impresa, infatti, significa diventarne comproprietario e quindi acquisire il diritto di voto in sede di assemblea degli azionisti. Esercitando il proprio diritto di voto, la società di gestione può prendere posizione affinché quell’impresa adotti comportamenti compatibili con i criteri ambientali, sociali e di governance che la Sgr adotta nella selezione del portafoglio titoli. L’azionariato attivo permette alla società di gestione di esercitare pressioni affinché le imprese nelle quali investe mantengano un elevato profilo di responsabilità sociale, e rinnovino, nel tempo, il proprio impegno nella tutela dell’ambiente, nel rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, nella promessa di una gestione trasparente e nella rinuncia a pratiche corruttive.

7. Cos'è un comitato etico?
Il comitato etico di una società di gestione che investe in fondi d'investimento etico, è l'organo che "vigila" affinché venga mantenuto uno stile di gestione orientato ai principi di eticità e responsabilità sociale. Quale organismo di garanzia, al comitato etico spettano funzioni consultive e di indirizzo; di definizione dei criteri di eticità; e delle linee guida che la società di gestione deve adottare; di valutazione delle imprese e degli Stati nei quali il fondo etico investe.

8. Chi è il risparmiatore “etico”?
In definitiva, il sottoscrittore di un fondo etico è un risparmiatore consapevole, che, da un alto, rifiuta l’idea di investire i propri risparmi in attività in contrasto con i propri riferimenti morali perché, ad esempio, finanziano la guerra, o sfruttano il lavoro minorile, o recano gravi danni all’ambiente; dall’altro, non ammette che i suoi soldi, attraverso l’acquisto di titoli di Stato, finiscano per sostenere regimi oppressivi, che violano i diritti dell’uomo o, ad esempio, minacciano la pace nel mondo. L’Osservatorio Finanza Etica vuole essere innanzitutto uno strumento nelle mani del cittadino socialmente responsabile per poter scegliere come investire in modo consapevole i propri risparmi.

9. Quanto rendono i fondi etici?
Dal punto di vista finanziario, i fondi etici non differiscono dai fondi comuni di investimento ordinari. Da ciò consegue che, sul fronte della performance, possono andare sia meglio che peggio, in funzione dell'andamento del mercato e del rendimento dei titoli in portafoglio. Resta, tuttavia, un dato: rispetto ai normali fondi comuni di investimento, i fondi etici incorporano anche informazioni non prettamente finanziarie, come quelle relative agli aspetti di responsabilità sociale. Il fatto che un'impresa quotata in borsa possa offrire garanzie in merito alla tutela ambientale e sociale, al rispetto dei diritti umani e dei lavoratori, può indicare, secondo gli esperti, uno stato di "buona salute" dell'impresa, e quindi un possibile indizio che, nel lungo periodo, quella azienda avrà una maggiore stabilità e quindi otterrà una migliore performance finanziaria. L'attenzione a determinati criteri di eticità offre alle società di gestione uno strumento aggiuntivo per effettuare previsioni attendibili sulla performance finanziaria di lungo termine e permetterebbe alle imprese socialmente responsabili di amplificare la propria possibilità di generare valore, garantendo, di conseguenza, redimenti più elevati. Per il resto, come per ogni altra forma di investimento, il mercato (cioè la dinamica di domanda e l'offerta), le aspettative degli investitori e gli eventi globali fanno la loro parte.

10. Dove si "acquistano" i fondi etici?
In Italia la principale rete di distribuzione dei prodotti di investimento è rappresentata dalle banche. La maggior parte delle società di gestione del risparmio fa riferimento ai più importanti gruppi bancari italiani ed internazionali. Le Società di Gestione del Risparmio, tuttavia, possono collocare i proprio prodotti d'investimento attraverso reti esterne a quella del gruppo bancario cui sono affiliate, per esempio tramite altre banche, promotori o intermediario finanziari.

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