logo-mini

SOMMARIO

La Bce ha tagliato il costo del denaro portandolo all’1,5%. Ecco cosa cambia per i mutui: subito una riduzione della rata per chi ha scelto i nuovi mutui agganciati al tasso Bce; meno immediato lo sconto sulla rata per i mutui indicizzati all’Euribor. Ma c’è il rovescio della medaglia: cala il rendimento di conti correnti e di deposito. Per i primi la media secondo Of sarà intorno all’1,20%. Intanto gli analisti internazionali prevedono che i tassi…

MUTUI SOTTO IL 3%. MA I RISPARMI RENDONO MENO

In occasione delle due precedenti riunioni del consiglio direttivo, Trichet era stato esplicito, dichiarando che, per un ulteriore taglio del costo del denaro, si sarebbe dovuto attendere il mese di marzo. Così è stato: la Banca Centrale ha effettuato un taglio di mezzo punto percentuale, portando il tasso di sconto nell’Eurozona ai livelli più bassi di sempre. Una decisione che, come ha sottolineato Trichet a margine della conferenza stampa, “porta a 275 punti base la riduzione complessiva dei tassi di riferimento dall’8 ottobre ad oggi”.

Il costo del denaro all’1,5% concretizza l’ipotesi di finanziare l’acquisto della casa a tassi inferiori al tre per cento. Secondo una recentissima indagine condotta da Of-Osservatorio finanziario (leggi), lo spread medio applicato dalle banche italiane ai nuovi mutui a tasso variabile indicizzati al costo del denaro è dell'1,79%, ma le migliori offerte del mercato propongono, almeno sulla carta, uno spread dell’1,25%: per chi chiede un finanziamento di 100mila euro a 15 anni, con un tasso del 2,75% (Bce + 1,25) la rata iniziale sarà di 678 euro, più bassa di quasi 200 euro rispetto alla prima rata di un mutuo analogo acceso nel mese di novembre.

In quel momento, i mutui agganciati al Bce sembravano un’ipotesi solo teorica e l’unica alternativa al tasso fisso era l’indicizzazione all’Euribor. Poi, grazie al decreto anticrisi (leggi), quasi tutte le banche hanno iniziato ad offrire mutui agganciati al tasso di sconto. I detrattori del nuovo mutuo BCE hanno fin da subito puntato il dito contro i maggiori costi, rappresentati da spread più alti di quasi messo punto percentuale (guarda la tabella) rispetto ai “vecchi” mutui a tasso variabile, parametrati all’Euribor (guarda la tabella). Ma chi ha sottoscritto un nuovo mutuo indicizzato al tasso Bce potrà beneficiare fin da subito di uno sconto sulla rata: se si considera un importo di 100mila euro da restituire in 15 anni, con uno spread dell’1,8%, l’esborso mensile sarà inferiore di 24 euro. I mutuatari che hanno un mutuo agganciato all’Euribor, invece, dovranno pazientare un po’ prima di vedersi accreditare una rata più bassa (Oggi Euribor a tre mesi è a quota 1,757%, ma per calcolare la rata si deve prendere il valore di gennaio che era sopra il 2%) .

Secondo gli analisti della spagnola BBVA, soltanto nel mese di giugno il tasso di prestito interbancario a tre mesi raggiungerà il valore di 1,58 punti percentuali: saranno necessarie, quindi, alcune settimane affinché si realizzi un riallineamento dell’Euribor 3mesi – il parametro utilizzato dalla maggior parte delle banche italiane per calcolare il costo dei mutui a tasso variabile - al nuovo costo del denaro.

In ogni caso, i benefici saranno significativi anche per i mutui agganciati all’Euribor. In riferimento all’esempio sopraccitato (100mila euro rimborsabili in 15 anni), ipotizzando che, in breve, il tasso di prestito interbancario a tre mesi si assesti su un valore prossimo all’1,5%, lo sconto rispetto al mese di novembre sarà di circa 190 euro. Per i mutuatari che hanno acceso un mutuo a tasso variabile ad ottobre dello scorso anno, con uno spread che, secondo una recente indagine di Of, valeva mediamente l’1,11% (guarda la tabella), il tasso del mutuo potrebbe sfiorare i 2,5 punti percentuali. Per chi, invece, ha sottoscritto il mutuo nel 2004, con uno spread, ipotizziamo, dell’1,5%, lo sconto sarà inferiore ma, comunque, consistente (circa 170 euro). Fin qui le buone notizie.

Il rovescio della medaglia
è rappresentato dalle ripercussioni che la decisione della Bce determinerà sul risparmio. Se è vero che, attirati da tassi d’interesse superiori al 4 e mezzo percento, molti correntisti, nel corso degli ultimi mesi, hanno traghettato i propri risparmi dall’industria del risparmio gestito alla liquidità – ed è vero (leggi lo Speciale Liquidità)– la politica monetaria espansiva avviata da Trichet sta compromettendo l’appetibilità di questi prodotti: molti conti correnti e di deposito, infatti, offrono una remunerazione delle giacenze che è ancorata al tasso Bce – per esempio Webank, IWBank, Fineco, Banca Sella, CheBanca! e Banca Popolare di Bari – o all’Euribor – come Barclays, Allianz, Banca Generali, Banca Mediolanum e Banca Sara: in molti casi, nel giro di pochi mesi, il rendimento offerto è sceso di oltre due punti percentuali. E non è un caso se anche i conti di deposito più “generosi” stanno progressivamente riducendo i tassi d’interesse attivi (leggi blog): dal 22 febbraio, Ing Direct ha ridotto dal 3 al 2,5% il rendimento base del Conto Arancio (lasciando tuttavia invariato al 4.25% il tasso promozionale per i primi 6 mesi). Dal 13 marzo, anche CheBanca! riduce il rendimento delle giacenze vincolate a 12 mesi, portandolo dal 4,70 al 4,10%. E anche Banca IFIS, dal 1° aprile, abbandona il 4,75% del suo Rendimax in favore di un più cauto 4% lordo. Inevitabilmente, anche altri prodotti di liquidità, come i pronti contro termine, stanno risentendo della dinamica discendente dei tassi, e questo ulteriore intervento della Bce rrende il fenomeno più evidente.

Il trend, per altro, sembra destinato a proseguire anche nei prossimi mesi. Gli analisti di Citigroup e Goldman Sachs ipotizzano che il tasso di sconto possa scendere fino allo 0,5% entro il terzo trimestre dell’anno. Anche gli spagnoli della BBVA, che, in precedenza, avevano profetizzato un livello del tasso di sconto non inferiore all’1% entro metà anno, adesso sono orientati ad un tasso dello 0,5% in estate. Morgan Stanley e Bnp Paribas propendono, invece, per un tasso all’1%, rispettivamente in primavera (MS) e a metà anno (BNP Paribas). Del resto, lo stesso Trichet si è detto possibilista in riferimento all’ipotesi di ulteriori tagli nel prossimo futuro: "Non abbiamo deciso a priori che questo è il livello più basso”, ha dichiarato il presidente della Bce, “i tassi possono scendere ancora”.

Leggi Anche:


Contatti

OF Osservatorio Finanziario

OfNews è una realizzazione di OF Osservatorio Finanziario. Leggi Privacy Policy (formato PDF)

Visita il sito