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Azioni. Occhio all’America Latina. La novità 2011? L’Africa OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

Chi ha investito in azioni italiane a inizio del 2010 poteva ragionevolmente sperare in un guadagno del 5-10%. E’ andata diversamente e chi ha puntato su Piazza Affari ha perso in media il 10%. Hanno invece guadagnato fondi specializzati sui mercati emergenti (rendimenti a doppia cifra). e borse che hanno fatto bene nel 2010 e che potrebbero bissare i successi dell’anno passato anche nel 2011 sono dunque quelle di Francoforte, Copenhagen, Stoccolma. Analogamente dovrebbero confermare il loro trend positivo i listini dei paesi emergenti, anche se è difficile aspettarsi rendimenti a doppia cifra nel 2011

Azioni. Occhio all’America Latina. La novità 2011? L’Africa

La crisi dell’euro ha pesato notevolmente anche sui rendimenti azionari. Mentre gli indici azionari globali sono cresciuti nel 2010 di circa il 10%, lo Stoxx 50 che raggruppa le maggiori blue chip europee è rimasto invariato. Nel 2011 questo scenario di fondo potrebbe ripetersi e indici azionari come quello italiano o spagnolo rimanere indietro rispetto alle borse di paesi “core” dell’Europa.
Le borse che hanno fatto bene nel 2010 e che potrebbero bissare i successi dell’anno passato anche nel 2011 sono dunque quelle di Francoforte, Copenhagen, Stoccolma.
La crescita tedesca e quella dei paesi nordici appare infatti molto sostenuta (superiore al 3%) e in grado di mantenersi sui livelli attuali anche per i prossimi 12 mesi.

Analogamente dovrebbero confermare il loro trend positivo i listini dei paesi emergenti, anche se è difficile aspettarsi rendimenti a doppia cifra nel 2011. Il rischio maggiore dei listini emergenti è dato da un surriscaldamento delle economie locali e dalle possibili bolle speculative che potrebbero formarsi nei prossimi mesi a causa dell’eccesso di investimenti che dai paesi occidentali si riversa su borse che in alcuni casi non hanno ancora raggiunto la fase di maturità.

I gestori, tra gli emergenti, continuano a preferire i listini asiatici, seguiti da quelli dei paesi latino-americani (non solo Brasile, ma anche Colombia, Messico, Cile) e infine quelli dei paesi dell’est europeo. Vale la pena segnalare il boom dei fondi specializzati sui mercati africani e del Medio Oriente, che hanno prodotto risultati vicini ai massimi della categoria. Trattandosi di mercati ancora immaturi il rischio di perdite violente è sempre in agguato.

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