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50 anni/Oggetti in pegno. Ma in banca OF OSSERVATORIO FINANZIARIO

SOMMARIO

È un’antica tipologia di prestito, che, in Italia, complici la crisi economica e le difficoltà di accesso al credito, è tornata in voga. Ma attenzione. Occorre distinguere le attività dei Compro Oro, che negli ultimi tempi hanno vissuto un vero e proprio boom, dal credito su pegno che si fa anche in banca. Che dura non oltre i 12 mesi, è a tasso fisso, e non supera i 4/5 e i 2/3 per oggetti preziosi e oggetti diversi

50 anni/Oggetti in pegno. Ma in banca

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Riportando i dati della Banca Popolare Commercio e Industria, dal 2011, il credito su pegno, in Italia, ha vissuto, una riscoperta e una diffusione significative, passando da una media delle operazioni giornaliere di 358 del 2009, alle oltre 400 di due anni dopo.

Questo tipo di prestito consente al debitore di ricevere una somma di denaro, impegnando beni personali, come oro, argento, gioielli, pellicce o altri oggetti di valore, senza dover presentare all’istituto di credito particolari garanzie al di fuori di quelle legate alla custodia temporanea del proprio bene, coperti da una polizza di pegno fino al momento in cui avviene la restituzione.

Si tratta quindi di un finanziamento a breve termine, che solitamente non supera i sei o i dodici mesi, concesso al cliente dietro consegna alla banca di oggetti di valore, stimati da un perito secondo il valore commerciale che possiedono. L’importo del finanziamento è quindi rapportato al valore stimato, che non può superare i 4/5 e i 2/3 per oggetti preziosi e oggetti diversi.

A prestito scaduto è consentito, subordinatamente ad una nuova valutazione degli oggetti, rinnovare una o più volte il contratto, previo il pagamento degli interessi che intanto si sono maturati.
Nel caso in cui il cliente non porti a termine la restituzione del prestito, la banca procede alla vendita del bene o dei beni dati in garanzia, tramite asta pubblica.

È opportuno però fare una precisazione, distinguendo tra crediti su pegno erogati dagli istituti bancari e i “Compro Oro in contanti”, spuntati come funghi quando la crisi ha iniziato a gravare pesantemente sulle famiglie meno abbienti e i pensionati.
La situazione, in queste pseudo-gioiellerie, appare più complicata e inquinata.
Secondo l’Aira (Associazione Italiana Responsabili Antiriciclaggio), a inizio 2013, i Compro Oro italiani ammontavano a oltre 30.000, con un fatturato di 14 miliardi all’anno.

Dietro l’ attività di questi Compro Oro, a parere delle autorità inquirenti che seguono il fenomeno, c’è molto altro che non il semplice commercio di metalli preziosi. Essi nascono spesso ad uso e consumo della criminalità organizzata, per riciclaggio di denaro, ricettazione, usura, evasione fiscale. Secondo la Guardia di Finanza l’attività illecita riguarda il 60% di queste attività, il cui 20% è riconducibile alla criminalità organizzata, favorita inoltre dalla facilità con cui si possono aprire questi esercizi: basta affittare un locale di 10 m2, cambiandone la gestione ogni 3 mesi.
Il restante 40% non collegato a interessi malavitosi, non è comunque estraneo a truffe e irregolarità: bilance truccate, scontrini non rilasciati e verifiche assenti sull’identità del venditore, sono solo alcune delle azioni disoneste riscontrare in questi esercizi. ---- UniCredit

Con il claim “Non perdere le cose che ti stanno a cuore. Tu le dai in pegno, noi ti diamo valore”, UniCredit, pubblicizza sul sito Custodia Valore, il credito su pegno che non richiede alcuna indagine amministrativa o patrimoniale, concesso dalla banca a fronte della consegna di oggetti di valore, come oro, argenti, gioielli, orologi e diamanti. L’importo concesso è commisurato alla stima del bene offerto in pegno, fatta sulla base del valore commerciale dell’oggetto in questione, salvo però la decisione della banca di rifiutare il prestito se esistono reali motivi per ritenere che la provenienza del bene sia illegittima.

La durata delle sovvenzioni può essere di tre mesi, sei mesi oppure un anno, con un tasso di interesse e oneri accessori, come le spese di custodia e di assicurazione, fissi per tutta la durata de prestito.
Inoltre dal 15 giugno 2013 è attiva un’Agenzia di Credito su Pegno nella città di Genova, presente dal 30 settembre anche a Torino, dove per tre mesi dalla data di apertura, è prevista l’esenzione dei diritti di custodia anticipati.

Il tasso di interesse annuo applicato da UniCredit ammonta all’11,75%, le spese di custodia (da corrispondere in via anticipata), calcolate applicando le percentuali sul valore di stima, correlate alle dimensioni del bene, ammontano allo 0,80% a trimestre, per beni da 1 decimetro cubo fino a 100 decimetri cubi, e allo 0,60% per beni oltre i 100 decimetri cubi.

Se la custodia prosegue oltre 5 giorni dalla scadenza del prestito, le spese di custodia trimestrali riportate, vengono ripartite su base giornaliera e conteggiate a seconda del numero effettivo dei giorni di custodia successivi alla scadenza. Per pegni scaduti ed avviati alla vendita è dovuto un rimborso spese, calcolato sull’importo del prestito, e pari al 5%.

Intesa Sanpaolo

Il prestito su pegno di Intesa Sanpaolo, ha durata di 180 giorni (6 mesi), dalla data di emissione della polizza. Alla scadenza del prestito è possibile saldare il debito con la banca e riscattare gli oggetti portati in pegno, ritirati entro 5 giorni, messi all’asta se dopo 6 mesi dal giorno del riscatto non sono stati ritirati; oppure viene data l’opportunità di rinnovare in parte o totalmente il prestito, dopo aver pagato interessi e spese accessorie del precedente.

Il tasso è al 9,50% fino ai 100 euro, sale al 10,75% per importi superiori ai 100 euro, mentre non è previsto un importo massimo finanziabile.
Le spese di custodia ammontano all’1,50% dell’importo del prestito, mentre all’1% sono indicate quelle per la gestione. Il diritto d’asta è del 18%, IVA inclusa.

Banca Carige

I prestiti su pegno dal valore entro i 250 euro hanno una durata che non supera i 6 mesi, mentre quelli superiori durano 4 mesi, così come tutti i prestiti di pellicceria.
Per prestiti fino a 100 euro, il tasso annuo ammonta al 7,50%, cresce all’8,50% per prestiti fino ai 250 euro e ammonta al 10% per prestiti superiori a 250,01 euro. ---- Decorsi trenta giorni dalla scadenza della polizza, la banca procede a porre gli oggetti in vendita sull’asta. Dalla somma ricavata con la vendita, trattiene l’importo del prestito, maggiorato di interessi e oneri accessori, e pone l’eventuale sopravanzo a disposizione del portatore della polizza di pegno.
Il diritto di asta, calcolato sul prezzo di aggiudicazione per la vendita dei pegni non riscattati o rinnovati, è del 15%+IVA, mentre la penale per il ritiro di offerta segreta prima dell’inizio della gara, ammonta all’1% del prezzo base, con un minimo di 2,58 euro.

Banca Marche

Prevede un importo massimo finanziabile del 75% del valore di stima, da un minimo di 50 euro a un massimo di 5.000, con una durata massima fissata a 6 mesi. Il tasso di interesse massimo, fisso per tutta la durata del prestito, ammonta al 15%, consentendo non oltre tre rinnovi nel corso del finanziamento, comportando l’estinzione della polizza in scadenza, ed emettendone una nuova, con le stesse modalità dei nuovi prestiti, previo pagamento degli interessi e in seguito ad una nuova stima dell'oggetto offerto in pegno.

Credito Siciliano – Creval

Credito Siciliano propone il credito su pegno InPegno, a cui è dedicato anche un sito ad hoc, inpegno.it, e per il quale non viene richiesta alcuna indagine patrimoniale. La durata varia dai 3 ai 6 mesi, con un tasso che ammonta all’11,22%. I diritti d'asta, calcolati sul valore di vendita dell'oggetto più IVA a carico dell'aggiudicatario, sono del 20%.

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