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SOMMARIO

Le banche non sono tutte uguali. Esistono banche "buone" e banche meno "buone". Anche per quanto riguarda il conto corrente

RAPPORTO CONTI CORRENTI 2008/5 Banche "buone" e banche "cattive"

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Of-Osservatorio finanziario ha da poco proclamato il 2008 “Anno della Buona Banca”. Esiste una banca buona? Forse no, ma certamente esistono banche più “buone” di altre. Banche che, ad esempio, offrono una remunerazione elevata sulle giacenze bancarie, oppure si impegnano ad abbattere il canone mensile o a ridurre le tante voci di costo che sfuggono all’attenzione del correntista medio, ma, a fine anno, pesano anche alcune decine di euro sul saldo del conto.

Spese di Gestione
Quali banche sono state “buone” nel 2007? Per esempio quelle che hanno lanciato nuovi conti a costo zero: Unipol Banca (Conto Evvai), Antonveneta (Conto internet), Banca Popolare di Verona (Conto Specchio Online), BPI (Conto Doppio Zero), Intesa Sanpaolo (Zero Tondo, prima lanciato dal Sanpaolo, poi “assorbito” anche dalla rete Intesa, dopo la fusione), Deutsche Bank(conto doppio zero), Banca delle Marche (Base Zero), Banca Popolare di Bari (Zero24), Banca Sara (Conto Elite).

Sono “buone” anche Barclays, che ha dimezzato il canone mensile da 10 a 5 euro, aumentando contestualmente il tasso creditore sul nuovo Conto Barclays 5 (5% per un anno) e Unipol Banca: oltre ad aver lanciato il conto a canone zero, l’istituto di credito ha diminuito il costo dei prelevamenti da altre banche, passati da 2 euro ad 1,50, (ma i primi 25 adesso sono gratuiti). Ancora di più ha fatto BNL: la banca del Gruppo Bnp Paribas ha appena reso gratuiti i prelevamenti su tutti gli ATM del mondo per i titolari del conto BNL Revolution, mentre per gli under 27 il canone è da oggi completamente gratuito, anche se si fanno operazioni allo sportello.
Restano relativamente elevati, invece, i costi di tenuta conto di Banca Carife (5 euro con CarifeOnline) e Banca Mediolanum, che li porta a zero solo per le giacenze superiori a 6.000 euro. Le spese mensili del conto Doppiozero di BPI sono le più elevate del campione preso in esame da Of-Osservatorio finanziario (10 euro), ma sono esentabili se il titolare mantiene sul conto una giacenza superiore ai 3.000 euro.

Tutte le banche prese in considerazione nel campione di Of hanno invece eliminato i costi di chiusura del conto corrente, come previsto, dal primo pacchetto Bersani.

Tassi creditori e tassi debitori
Rispetto alla precedente rilevazione, il Rapporto sui Conti Correnti 2008 fotografa un aumento sia del tasso creditore medio che del tasso debitore: il primo è passato dallo 0,92 dell’ottobre 2006 all’1,09 di oggi (il valore medio sale all’1,21 se si considerano anche i conti di deposito).

Contestualmente si è verificato un aumento del tasso debitore medio, che è cresciuto, nello stesso arco di tempo, di oltre un punto percentuale (dall’11,05 al 12,13%). Alcune banche, per esempio Unicredit Banca, Banca Popolare di Vicenza, Banca Mediolanum e Antonveneta hanno aumentato solo il tasso debitore, lasciando invariato il tasso attivo (che esprime la remunerazione sulle giacenze).

Ma ci sono anche istituti “virtuosi” che, come BPM e Bancoposta, hanno diminuito i tassi d’interesse passivi: il tasso debitore è sceso di mezzo punto percentuale in entrambi i casi passando rispettivamente dal 10 al 9,50% e dal 9,5 al 9%.

Internet Banking
Tra le voci di costo che hanno registrato riduzioni più significative rispetto al Rapporto dell’ottobre 2006, troviamo quelle relative al canone di internet banking. Se consideriamo il campione analizzato da Of, le spese medie annuali per i servizi di internet banking sono scese dai 5,84 euro dell’ottobre 2006 ai 2,21 euro di oggi, mentre il canone periodico per l’utilizzo della piattaforma di internet banking risulta gratuito nel 94,7% dei casi.

Fanno eccezione Bper e Banca Popolare Etruria e Lazio, che prevedono un canone di internet banking per i servizi dispositivi (operazioni bancarie) rispettivamente pari a 2,50 euro e 2 euro; e Banca Etica che, sul conto Salvadanaio, applica un canone trimestrale pari a 3,60 euro per i soci e a 4,50 euro per i non consociati. Inoltre Banca Etica prevede anche un costo aggiuntivo per l’attivazione del servizio internet compreso tra i 20 euro, per i soci, e i 30 euro, per i non soci. (spese una tantum ridotte a zero, solo per i soci, nel caso di contestuale attivazione di Infob@nking, il servizio che prevede la possibilità di inoltrare gratuitamente in formato elettronico le comunicazioni previste dagli obblighi in tema di trasparenza bancaria).

Rispetto alla precedente rilevazione (ottobre 2006), nel 2008 è diminuita la spesa media per ogni singolo bonifico online, che passa da 0,44 a 0,31 centesimi.

Commissione di Massimo Scoperto
Un’altra voce di spesa da tener costantemente monitorata è la commissione di massimo scoperto, cioè quella commissione percentuale che si applica al saldo debitore di maggior importo raggiunto nel trimestre e che rischia di far lievitare i costi del conto corrente a fine anno. Rispetto al precedente Rapporto sui Conti Correnti (ottobre 2006), è aumentato del 41,66% il tasso di massimo scoperto annuale, che oggi sfiora quota 6,46%. Solo nel 20% del campione analizzato da Of-Osservatorio finanziario, la commissione di massimo scoperto è pari a 0. Da segnalare il caso di Banca Etica: l'istituto non ha mai applicato la commissione di massimo scoperto. Caso unico nel nostro Paese.

Continua

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5) RAPPORTO CONTI CORRENTI 2008/5 Banche “buone” e banche “cattive”

a cura di PierEmilio Gadda ed Elisa Vannetti


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